MESSINA – Quel che è evidente e quel che lo è meno. Dopo anni di blocco delle assunzioni, ora le società partecipate comunali soffrono di carenze di personale ed ecco che arrivano i primi bandi.
Quel che è stato evidente è la folla che si è creata davanti al centro per l’impiego, per le candidature ai cento posti a Messina Servizi. Alla fine le domande sono state 2050. Meno evidente, ma con proporzioni molto più elevate, è ciò che è accaduto per dieci posti messi a bando dall’Amam. Per quei dieci posti, un decimo rispetto a quelli di Messina Servizi, sono arrivate 6200 domande, il triplo. Non ha fatto notizia perché le candidature si presentavano on line e, quindi, per strada non c’era nessuno.
Le domande scadevano lo scorso 30 gennaio, quindi 8 mesi fa. E i dieci posti ancora “aperti” non erano gli unici. C’erano 18 posti di categoria 2, già assunti e in servizio, e 10 co.co.co. (collaboratori coordinati e continuativi), “che saranno contrattualizzati tra pochi giorni” – dice il presidente dell’Amam, Salvo Puccio. Sono due avvocati, tre ingegneri, tre geometri, un ragioniere e un economista a supporto della direzione generale.
Restano, quindi, i 10 posti di categoria 3 e 4. “A breve esternalizzeremo il servizio di selezione – prosegue – perché coi nostri dipendenti non riusciamo ad analizzare oltre 6.000 domande. Già con l’inserimento delle nuove 18 risorse abbiamo aumentato le manutenzioni e il personale allo sportello. Puntiamo a fare ancora meglio, a breve, coi 10 co.co.co. e poi pubblicheremo ancora altri bandi”.
Tra questi, quello per il servizio di lettura, il cui appalto è scaduto lo scorso 31 luglio. “Era prevista la possibilità di estendere il servizio per un altro anno, l’abbiamo chiesto alla ditta ma ha rifiutato, com’era sua facoltà. Non c’è da farsi prendere dal panico, comunque, perché le letture non si fanno ogni giorno, ne bastano due all’anno, il tempo c’è. Faremo un bando breve, fino a fine anno, perché poi cambieremo il sistema software e dovremo lavorare con requisiti diversi e sistema nuovo, con rilevazione gps”.
C’è, però, il problema occupazionale dei 12 letturisti. “Ma non dipende da noi – conclude Puccio -. Non erano dipendenti Amam ma della ditta appaltatrice, erano in part time e facevano anche altri servizi per quella società, non solo le letture ad Amam”.
(Marco Ipsale)