MESSINA – 92mila 392 morosi, l’83 % del totale. 119 milioni 224mila 379 euro di acqua non pagata negli ultimi vent’anni. Sono spaventosi i numeri di Amam, segno di un passato, in cui a pagare l’acqua erano pochi “fessi”, che si riflette ancora sul presente.
La maggior parte di quell’83 % ha un debito contenuto, ma ci sono anche grandi debitori che contribuiscono a far salire quella cifra in modo notevole, appunto fino alle soglie dei 120 milioni.
Finora è stato fatto troppo poco per contrastare il fenomeno. Così anche per la verifica degli allacci abusivi, stimato dall’azienda in circa 200 litri al secondo, cioè circa 1/8 dell’acqua distribuita in città.
“Abbiamo inviato le diffide a tutti i condomini ed avviato una stretta sulle attività commerciali. Purtroppo, per avviare una seria campagna di recupero del credito, tutto passa dal sistema di gestione software e, quindi, la vera battaglia partirà al cambio di sistema gestionale” – dice il sindaco Cateno De Luca.
Ma già da adesso non si resta con le mani in mano. “Alcuni grossi utenti, condomini, ristoranti e attività commerciali blasonate cominceranno a ricevere l’acqua al minimo di legge, che forse vi consentirà di lavarvi a malapena la faccia. Abbiamo mandato le prime 151 diffide con annuncio di distacco, per 4 milioni 239mila euro di acqua non pagata. Alcuni hanno presentato istanza di rateizzazione, la maggior parte continua a cincischiare. E allora per 42 di loro, che hanno un debito di 1 milione 839mila euro, da lunedì (oggi, ndr) sarà disposta la chiusura dell’erogazione idrica”.
Prossimo step dal 1. novembre. “Le utenze domestiche subiranno una riduzione al minimo di legge, le attività commerciali avranno il distacco assoluto. E come venite a protestare – tuona il sindaco – pubblico i vostri nomi su Facebook. Perché non si tratta di utenti indigenti, è solo malcostume”.
Le azioni di contrasto del recente passato hanno funzionato poco. “Le entrate medie annue sono rimaste sempre circa 23 milioni, si è recuperato appena 1 milione, noi prevediamo di recuperarne 5 entro dicembre”.
Non solo crediti, Amam ha anche debiti da onorare. Il più grosso, circa 50 milioni, con le società di energia elettrica. “Abbiamo definito una rateizzazione, ma se recuperassimo i crediti potremmo chiudere subito il debito. Anzi, al momento, paghiamo 1 milione e 200mila euro annui in più di costi di energia, in quanto morosi”.
“Abbiamo ricevuto proteste dai condomìni perché alcuni utenti dicono che pagano regolarmente e che il problema nasce dagli altri condòmini o da amministratori che si sono fottuti i soldi”. De Luca usa proprio queste parole.
“Quando viene Amam a tagliare o ridurre l’erogazione dell’acqua è inutile che chiamate le forze dell’ordine perché significa denuncia per resistenza alla legittima azione della pubblica amministrazione. Perché non denunciate gli eventuali amministratori di condominio che si sono rubati i vostri soldi e non hanno pagato l’acqua perché magari avevano amici che li coprivano a Palazzo Zanca ed in Amam?. Denunciateli, ma non scaricate questioni di carattere privato sulla comunità”.
Il sindaco risponde anche ad eventuali proteste di chi lamenta di non avere l’acqua h 24. “L’acqua si paga a consumo – risponde -. Se in determinate zone c’è acqua solo per 12 ore, quella si paga. Non è quindi una giustificazione per non pagare. Puntiamo a migliorare il servizio se ognuno fa il proprio dovere”.
“Stamattina siamo andati a staccare l’acqua in un noto hotel – racconta De Luca -, che ha un debito di circa 160mila euro. Lo sapete cosa fa? Invece di conciliare, chiama i suoi avvocati e minaccia di chiamare i carabinieri. Com’è finita? Pomeriggio li aspettiamo in Amam con 40mila euro cash, per la firma di una rateizzazione triennale. Se non lo fanno, domani torno io personalmente a tagliare l’acqua”.
(Marco Ipsale)