La vicenda di Giuseppe Buzzanca, diviso tra l’amore per Messina (questo il sentimento sempre dichiarato nei confronti della città) e l’opportunità ( ma sempre per il bene di Messina) di andare a sedere all’Ars, ricorda tanto la storia del marito che tradisce la moglie ma ritorna da lei per il bene della famiglia e dei figli. Messina in questo caso è l’amante , Palermo la moglie , con cui Buzzanca era convolato a nozze prima di essere eletto sindaco nel giungo 2008. Ed è a Palermo che l’ormai ex primo cittadino vuole tornare, per riprendersi quel seggio lasciato malvolentieri solo due mesi fa, dopo un iter giudiziario durato due anni, che per lui ha rappresentato , come detto anche oggi in conferenza stampa (vedi articolo correlato) , una «battaglia di principio».
Buzzanca, dunque, lascia Messina, consegnandola provvisoriamente al vice- sindaco Orazio Miloro ed agli altri componenti della giunta, da domenica orfana degli esponenti Udc. A loro il compito di svolgere l’ordinaria amministrazione in attesa che si insedi il commissario straordinario nominato dalla Regione, che dovrà invece traghettare le città sino alle prossime elezioni amministrative, con il supporto del Consiglio comunale, a cui oggi Buzzanca non ha risparmiato l’ennesimo smacco, declinando l’invito a presentarsi in aula per comunicare le proprie dimissioni. Il coordinatore provinciale del Pdl ha fatto recapitare all’Aula una scarna lettera, poche righe ed una “frecciatina” che dà l’idea del rapporto ostile creatosi sin da subito tra Buzzanca ed i 45 consiglieri, i cui voti hanno però contribuito a farlo eleggere sindaco di Messina per la seconda volta. «Durante il breve periodo in cui la funzione di sindaco sarà esercitata da un Commissario straordinario – si legge nella lettera- il ruolo del Consiglio comunale ,sono convinto, sarà svolto con maggiore impegno ed incisività». Come a dire che, ad oggi, i rappresentanti del Civico Consesso hanno lavorato poco e male.
Chi ha lavorato tanto e bene, invece, è lui – riportiamo la sua posizione – tanto da potersi permettere di lasciare – prima della scadenza naturale del mandato- la carica di sindaco, per correre alle regionali del 28 ottobre ed inseguire un sogno: conquistare un Assessorato regionale. Buzzanca, lo ha detto chiaramente in conferenza stampa, vuole essere un protagonista del prossimo governo regionale, convinto che il Pdl non farà cartelli elettorali, ma avrà accanto alleati vicini per idee e valori. Il riferimento, per nulla casuale, ha spostato l’attenzione anche su Palazzo dei Leoni. Non le manda a dire Buzzanca al presidente della Provincia, Nanni Ricevuto: «Per me Ricevuto – ha detto l’ex primo cittadino – ha sbagliato due volte: quando ha ampliato la giunta e adesso che sta tenendo dentro l’Udc». A buon intenditore poche parole. Buzzanca non dimentica e ha un nodo legato al fazzoletto. Le regionali saranno uno spartiacque importante anche per la situazione locale e se è vero che il coordinatore provinciale del Popolo delle libertà nulla può imporre, siamo certi che farà valere, al momento giusto e nelle sedi opportune, il peso dei suoi voti. Che secondo le previsioni saranno tanti. Occhio però all’antipolitica. (Danila La Torre)