La Tari 2015 sarà la tassa rifiuti più cara che i messinesi hanno pagato negli ultimi anni. I presupposti erano fin troppo chiari da mesi, probabilmente già dallo scorso maggio quando la giunta siglò una delibera che conteneva un costo che si attestava sui 41.622.000 euro. Per mesi l'amministrazione Accorinti ha parlato di risparmi, adesso invece la realtà dice ben altro: i rifiuti messinesi nel 2015 supereranno un costo di 45 milioni di euro. In realtà sarebbe bastato non ignorare i numeri del pianeta rifiuti, numeri che da sempre dicono che la spazzatura messinese e il sistema Messinambiente-Ato che la gestisce costano troppo. Troppo soprattutto se si pensa alla qualità del servizio reso. Mai come in questi ultimi mesi la città è ripiombata in un’emergenza quasi cronica, da giugno strade e marciapiedi si riempiono ciclicamente di cataste di immondizia, innumerevoli le segnalazioni e le richieste di intervento da ogni zona della città, infuocato il dibattito a Palazzo Zanca. L’assessore Daniele Ialacqua è ormai nel mirino, in queste settimane è stato intenso il fuoco a cui lo hanno sottoposto consiglio comunale e commissione bilancio, si è chiesta a gran voce chiarezza sui numeri, verità, trasparenza. E adesso, praticamente a 48 ore dal termine ultimo fissato per l’approvazione della delibera Tari, proprio la commissione bilancio dovrà fare una full immersion nel piano finanziario di questa Tari 2015 e soprattutto dovrà prendere atto delle modifiche che l’amministrazione ha deciso di inserire in zona Cesarini.
La delibera sarà infatti emendata proprio dalla giunta che in aula porterà delle modifiche che “scottano”. Ai 41.622.000 euro si dovranno infatti aggiungere i 741 mila euro di sovraccosti che Messinambiente ha sostenuto per aver scaricato fuori orario in discarica a Motta S. Anastasia, ma c’è un’altra novità: nella Tari finiranno anche quelle somme extra che fino ad oggi il Comune non aveva mai voluto riconoscere a Messinambiente per il funzionamento della struttura e la gestione dei servizi. Dopo settimane di discussione dentro e fuori dall’aula, alla fine l’amministrazione ha deciso di cedere e di non ignorare più le richieste che da anni arrivano da via Dogali. Già ai tempi del commissario Armando Di Maria era noto a tutti che a Messinambiente mancassero i soldi necessari per poter sostenere i costi complessivi di servizio e struttura. Lo stesso accadde con Alessio Ciacci che prima ancora di accettare l’incarico a Messinambiente aveva pattuito un budget mensile che però non fu mai rispettato. Tanto che a luglio, pochissimi giorni prima di salutare Messina, scrisse una nota durissima in cui senza troppi giri di parole fece presente che vi era uno squilibrio consistente tra costi presunti e reali e che questo stava contribuendo ad erodere il patrimonio dell’azienda e a creare un potenziale debito. Parole confermate poi dal suo successore Giovanni Calabrò che proprio in commissione bilancio disse chiaramente che all’appello mancano circa 250 mila euro al mese e che così andare avanti è impossibile.
Numeri e questioni che hanno catalizzato l’attenzione di molti consiglieri sul rischio di creare un debito fuori bilancio da 3 milioni di euro praticamente acclarato, motivo per cui fino ad oggi la delibera Tari non è neanche stata aperta in commissione bilancio, se non per parlare appunto di somme che mancano. I consiglieri hanno espresso da più parti la necessità di capire qual è il costo reale della gestione rifiuti prima di approvare un atto che dice che il costo si attesta sui 41,6 milioni per poi scoprire che il resto è un debito fuori bilancio di cui oggi si conosce già l’esistenza. La scelta impopolare è toccata però ovviamente all’amministrazione che ha dovuto decidere di capitolare e inserirà nella Tari 2015 i 741 mila euro del sovraccosto per la discarica, più le somme di cui Messinambiente ha bisogno per “arrivare a fine mese”. Morale della favola: la Tari 2015 supererà i 45 milioni. Più della Tares 2014 che aveva di poco sforato i 44 milioni, più della Tari dello scorso anno che si attestava sui 43.
Una decisione che l’amministrazione ha deciso di prendere andando contro anche quelle che erano state le indicazioni date dai dirigenti dei dipartimenti Ambiente e Partecipate, Signorelli e Pagano, che invece individuavano queste somme extra come disavanza di bilancio di Messinambiente e dunque da non inserire nel piano Tari pagato per intero dai cittadini.
La spinosa questione sarà al centro di una nuova riunione della commissione bilancio fissata per questa sera alle 19. In due giorni si dovrebbe chiudere la discussione su Tari e Tasi, prima però giunta e consiglio dovranno sancire la pace durante la seduta di questa mattina. Il sindaco Accoranti andrà e in aula e si dovrà chiudere una volta per tutte la querelle iniziata il 9 settembre e degenerata il 15. Una guerra che ha paralizzato la vita politica e amministrativa in un momento delicatissimo, vista l’importanza dei provvedimenti in ballo, e che adesso costringerà tutti a due giorni intensi.
Francesca Stornante