Svetta sulle colline peloritane, silente spettatore di uno sconsolante abbandono. È il Forte Spuria, una delle tredici fortificazioni umbertine sorte sulle coste siciliane tra fine 800’ ed i primi anni del 900’. Unica per tipologia strutturale, la maestosa fortezza a pianta circolare sorge sui resti di un antico Forte Inglese come opera di controllo ed intercettazione e per questo è meglio nota ai più anziani come “Il semaforo”.
Tale postazione semaforica è divenuta celebre per esser stata la prima fortezza visitata da Guglielmo Marconi e per la sua potenza, tale da garantire comunicazioni anche con la Stazione radiotelegrafica di Monte Mario a Roma. Fu proprio il silenzio radiotelegrafico della postazione di Forte Spuria, rimasta attiva fino al 1960, ad allertare il Ministero della Marina e far mobilitare i primi soccorsi nel corso del terremoto del 1908.
L’accesso alla collina in cui giace questa struttura è concesso (seppur con non poche difficoltà) dalla Via Forte Spuria, raggiungibile da Piazza Serri, e fino a qualche tempo fa dalla Strada Panoramica dello Stretto, dove questa incrocia salita Frantinaro (questo percorso oggi è stato completamente inghiottito da erbe infestanti e rifiuti). Si tratta di una strada di larghezza ridotta che concede il transito di un'unica autovettura, con fondo non asfaltato (se non in determinati punti) e con diversi avvallamenti, priva di illuminazione pubblica e di un guardrail a protezione della parte scoscesa. Appare chiaro come il raggiungimento di quest’area, utilizzata oggi dalla Marina Militare come sito remoto radar e dove sorgono diverse abitazioni, risulti non poco complesso. "Si rende quindi necessario – sostiene Francesca Mancuso, consigliere della VI Circoscrizione nella lista M5s – l’avviamento di un’opera di urbanizzazione primaria al fine di consentire il transito veicolare in totale sicurezza e facilitare l’ordinaria ispezione dei mezzi della Marina.
Ma a destare ancor più preoccupazioni – prosegue Mancuso – sono le condizioni igienico-sanitarie in cui versa tutta l’area circostante: la fortezza ricoperta da materiale ferroso, elettrodomestici dismessi, pneumatici, serbatoi in cemento-eternit e le ormai immancabili lastre ondulate in eternit. Molte di queste lastre risultano frantumate, il che aumenta il rischio di possibili inalazioni di fibre in amianto ed il conseguente rischio di asbestosi. Si rende pertanto urgente un intervento di bonifica dell’area limitrofa il Forte Spuria, un’azione che confido possa rappresentare il primo passo verso il rilancio di questo luogo magico, da sempre deturpato da abusivismo ed incuria".
Ad avviso della consigliera della VI Circoscrizione "si rende inoltre necessario mettere in atto un’attività di monitoraggio dell’area mediante degli opportuni sistemi di videosorveglianza, le cui spese di installazione verrebbero prontamente ammortizzate con il risparmio dei costi di cui il Comune si fa carico per lo smaltimento dell’eternit abbandonato abusivamente.
L’idea è quella di lanciare, in seguito, una campagna di promozione di tale patrimonio storico-paesaggistico rifacendosi a progetti di recupero messi in atto per le restanti fortezze presenti sulla costa siciliana. Quest’ultime, infatti, oggi ospitano nei loro locali piccoli musei, eventi socioculturali e manifestazioni di vario genere. Il recupero di Forte Spuria, di questo pezzo di storia – conclude Mancuso – rappresenterebbe un importante traguardo per la nostra città e sono certa che l’attuale amministrazione, attenta alla tematica del recupero identitario, getterà le basi per l’avvio di questo percorso virtuoso".