Centro faunistico Colle San Rizzo: urge la liberazione di alcuni esemplari rari e protetti che hanno ricevuto le cure dei volontari

Dal centro di recupero faunistico di Forte Ferraro, sul Colle San Rizzo, devono essere liberati numerosi esemplari di uccelli rari e protetti appartenenti a diverse specie.

Molti di questi sono da tempo pronti per essere reintrodotti in natura: dieci Gabbiani reali, quattro Civette, due Allocchi, tre Gheppi, un Falco cuculo, un Grillaio, uno Sparviere, due Poiane.

Dal 30 luglio in poi sono state richieste alla Ripartizione Faunistico Venatoria le autorizzazioni alla liberazione di molti di questi esemplari. Nel frattempo molti altri ricoveri sono stati effettuati soprattutto relativi ad individui di Gabbiano reale.

La Ripartizione Faunistico Venatoria il 12 agosto ha subordinato il nulla osta per la liberazione alla designazione di un inanellatore da parte del superiore Dipartimento regionale.

Ma l’architetto Giuseppe Aveni, Direttore dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia per l’Ufficio Provinciale di Messina, ha sapere con una nota urgente che «tale richiesta non è stata ancora esitata e il Centro Recupero si trova nell’urgenza di effettuare le liberazioni dei sopraccitati esemplari di avifauna selvatica, sia nell’interesse del benessere degli animali, che per evitare sovraffollamento delle strutture. Una evenienza del genere, prossima ad avvenire stante l’elevato numero di animali che vengono rinvenuti in difficoltà, provocherebbe il blocco dei nuovi ricoveri con conseguenti problemi sanitari presso i luoghi di ritrovamento (spiagge, moli, lidi, campagne ecc). Tra l’altro la fauna selvatica, come è noto, si caratterizza per un difficile e complicato adattamento alle condizioni di vita in cattività, che potrebbero provocare danni irreversibili agli esemplari invece recuperati e pronti al reinserimento in natura già da diverso tempo. A tale proposito ci preme sottolineare l’importanza di poter liberare urgentemente il Grillaio (nella foto a corredo dell’articolo) e il Falco cuculo. Entrambe le specie sono migratrici transahariane, ovvero, raggiungono il sud del Sahara per lo svernamento e se non si liberano entro brevissimo tempo, si perde la finestra temporale entro la quale essi possono migrare, costringendoci a un rinvio della liberazione alla prossima primavera. E’ bene evidenziare che il clima della nostra regione non è assolutamente idoneo alla loro sopravvivenza, e si ipotecherebbe così il recupero – ad oggi riuscito perfettamente – di due esemplari, uno dei quali minacciato di estinzione a livello mondiale. Inoltre, la prossima apertura della stagione venatoria (1° settembre), sconsiglia la liberazione a ridosso di essa o dopo, stante la necessità dei diversi esemplari, di acclimatarsi in natura, dopo un periodo di cattività».

Aveni scrive queste parole in una lettera aperta inviata al dott. Giuseppe Ruggeri del Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria provinciale ASL 5, aggiungendo che «la liberazione del Grillaio, del Falco Cuculo, delle due Poiane, dello Sparviere e di tre Gheppi, è peraltro già autorizzata da giorni dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania, competente per territorio, presso il parco regionale dell’Etna. Si chiede pertanto di intervenire con la Vostra autorità sanitaria autorizzando con estrema urgenza la liberazione degli animali in salute pronti per essere liberati, al fine di garantire il benessere degli animali stessi e l’idoneo funzionamento del Centro Recupero Fauna Selvatica per poter continuare a fornire il necessario servizio alla collettività».

Il centro faunistico di Forte Ferraro, sul Colle San Rizzo, è attivo per la salvaguardia per le specie protette: tra i tanti volontari che quotidianamente lavorano con passione ed entusiasmo per la cura delle specie che ne hanno bisogno, ci sono Anna Giordano del Wwf e Debora Ricciardi, per cui il Dirigente Aveni riserva parole di grande apprezzamento: «danno l’anima, ogni giorno, per un’attività davvero nobile».