Due grifoni appartenenti alla colonia del Parco dei Nebrodi avvistati in Abruzzo

Sono stati avvistati da Mario Posillico, dell’Ufficio Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato, nella riserva Naturale di Monte Velino, presso un punto di alimentazione complementare per uccelli necrofagi, i due grifoni appartenneti alla colonia del Parco dei Nebrodi.

“La presenza dei due grifoni dei Nebrodi è stata individuata attraverso delle immagini scattate tramite una “foto trappola” posizionata nel punto di alimentazione – spiega Mario Posillico. I due “graditi ospiti” siciliani – chiarisce Posillico – erano intenti a cibarsi insieme ad altri grifoni della colonia abruzzese”.

Si tratta degli individui identificati con il codice S27 e G76. Come si ricorderà il grifone S27 già nel luglio 2008 venne avvistato persino nelle Prealpi francesi, nei pressi di Verdon, dallo zoologo francese Sylvain Henriquet. Mentre il compagno di viaggio il G76 nel maggio 2008 venne ritrovato debilitato in Aspromonte.

Curato poi presso il Centro Recupero Animali Selvatici calabrese di Rende in provincia di Cosenza e successivamente rilasciato il 21 Maggio 2009 ad Alcara Li Fusi, in occasione della “Settimana Europea dei Parchi”.

Alla manifestazione parteciparono anche gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Alcara Li Fusi, ed i ragazzi “battezzarono” questo esemplare “Nicoletta”, in onore del Santo Patrono del Paese San Nicolò Politi. “A volte accade che alcuni individui di grifoni possono avere una spiccata tendenza all’erratismo – dichiara Antonio Spinnato zoologo del Parco dei Nebrodi – per cui possono spostarsi in regioni lontane dalla loro colonia d’origine”.

Abbiamo avuto individui di grifone che, dai Nebrodi, si sono trasferiti in altre regioni, ma anche grifoni immigrati – dice Filippo Testagrossa, dirigente dell’ufficio Conservazione della Natura. Come il caso di Jean Pierre il grifone giunto dalla Francia nell’aprile del 2010 identificato grazie all’anello bianco con codice DRF così chiamato come lo zoologo francese Jean Pierre Choisy, che ci ha attestato la provenienza del rapace dal Parco regionale di Vercors, nelle Prealpi francesi, dove era stato inanellato”.