Diversi sciami sismici di forte intensita’ nella zona sommitale, con punte di una decina di scosse comprese tra 2.7 e 3.9 di magnitudo, una violenta esplosione accompagnata da emissioni di cenere lavica dal cratere di Sud-Est e movimenti frenetici nei condotti interni del vulcano con il magma incandescente in risalita. E’ un risveglio brusco quello dell’Etna tre giorni dopo l’eruzione ‘lampo’ di sabato scorso durata poco meno di 5 ore, che e’ sotto sorveglianza perche’ il sistema e’ ”fortemente carico di energia”. Alla stato, dicono i vulcanologi, non ci sono pericoli per cose o persone ma intanto, a scopo precauzionale, il capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha mandato sul posto una propria squadra di esperti e ha proclamato l’allerta 1. Quello che si conosce sulla situazione dell’Etna e’, al momento, fortemente legato all’attivita’ strumentale registrata dalla rete di monitoraggio della sezione di Catania dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La visibilita’ sul vulcano e’ minima a causa del maltempo con nuvole che lo nascondono e anche le osservazioni dirette sono difficili. Ma una colata che emerge dalla base del cratere di Sud-Est, a quota 2.900 metri, con il braccio lavico che si dirige verso la zona della desertica Valle del bove e’ osservata in serata dalla guide dell’Etna e da militari del soccorso alpino della guardia di finanza di Nicolosi. Dallo stesso cratere si vedono fontane di fuoco, con lanci di lava incandescente a centinaia di metri che poi ricadono nella zona sommitale del vulcano, e una violenta emissione di cenere accompagnata da boati: materiale piroclastico, grande come lapilli, cade sul Rifugio Sapienza ma senza procurare danni o preoccupazione, mentre cenere nera, sospinta dal vento, continua a ‘piovere’ sui comuni del versante Nord-Est. L’attivita’ riprende proprio il giorno in cui un rapporto dei ricercatori dell’Ingv di Catania, pubblicato da ‘Bulletin of vulcanology’, conferma che rimane un vulcano ‘buono’ ma e’ cambiato con esplosioni piu’ pericolose. La situazione sull’Etna , monitorata dall’Ingv, e’ costantemente seguita dal dipartimento nazionale della Protezione civile e da quello della Regione Siciliana. (ANSA)