Continua la “battaglia” giudiziaria sullo scempio di Isolabella, negli ultimi anni, secondo le denunce presentate da Wwf, vittima di reati ambientali che ne hanno provocato un netto deterioramento delle condizioni. Adesso il Tribunale di Messina ha disposto nuovi accertamenti in merito a quanto denunciato nel 2009 la nota Associazione Ambientalista, respingendo la richiesta di archiviazione del fascicolo proposta dal Pubblico Ministero. Nello specifico il Wwf ha denunciato -violazioni al regolamento e alla tutela del bene naturalistico, effettuate da soggetti che in assenza di vigilanza hanno alterato la naturaità dei luoghi; alberi (di Tamerici e Acacie) sono stati tagliati lungo tutta la spiaggia; in un tratto di spiaggia di massima fruizione sono stati ripristinati i verricelli per le barche ce stazionavano lì tutto l’anno; numerose attività economiche sono state illecitate sono state esercitate sulla battigia e nell’area di accesso al bene tutelato; nella spiaggetta dell’isola (zona A) si bivacca con ombrelloni e sdraio, nonostante il divieto dell’ordinanza 46/01 della Capitaneria. Inoltre non sono rari i bivacchi notturni con tende e sacchi a pelo; si naviga a motore sino a riva e si attracca ovunque, danneggiando la Posidonia oceanica (violazione dell’Ordinanza 46/01 della Capitaneria di Porto di Messina); si pesca con ogni mezzo, anche con al’ausilio di bombole sia nelle ore diurne che notturne; la rimozione dei rifiuti giornalieri non viene regolarmente effettuata, e si nota la presenza di rifiuti ingombranti in alcuni punti della spiaggia-. Sulla base di tale rilevazioni, adesso il giudice ha assegnato il termine di tre mesi per il compimento della indagini.
Nei mesi scorsi anche il Codacons aveva a più riprese denunciando quando ormai da tempo accade nello stupendo tratto di mare che specchia dal basso Taormina, segnalando alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina i lavori effettuati nel corso degli ultimi 4 anni nella Riserva Naturale Orientata dell’Isola Bella di Taormina. In particolare si è chiesto l’intervento della Procura per verificare se i lavori eseguiti siano conformi alla legge, se potevano essere autorizzati o se possano configurare le fattispecie punite dalle norme penali poste a tutela del paesaggio, delle aree naturali protette e per il deturpamento delle bellezze naturali. Ciò anche alla luce della scomparsa del secolare boschetto che caratterizzava l’istmo dell’isola. “Si tratta – precisava l’avv. Antonio Cardile (Presidente provinciale del CODACONS) – di lavori che risultano effettuati all’interno dell’area SIC ITA 030031. I siti distinti con l’acronimo SIC (“Sito di Importanza Comunitaria”) sono aree tutelate sulla base di normative europee che mirano alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e fauna selvatiche. All’interno di essi l’effettuazione di lavori necessita di particolari autorizzazioni, quale la valutazione di incidenza ambientale, che può essere rilasciata solo ove sia conservata la particolarità del sito. Il regolamento della Riserva Naturale Orientata, peraltro, vieta, anche nella zona della preriserva, la costruzione di nuovi edifici nonché l’asportazione di rocce e minerali”. (In basso tutti gli articoli correlati sull’argomento)