Sono in atto da circa un anno i lavori per la costruzione del waterfront nella riviera sud della città: la zona a sud di Tremestieri, tra Mili, Galati e Santa Margherita, lungo la SS 114 rinnoverà il rapporto, mai perduto, con le acque dello stretto, grazie alla realizzazione di una passeggiata a mare decisamente moderna e funzionale alla valorizzazione delle risorse locali.
Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi una segnalazione e, incuriositi, abbiamo realizzato un’intervista che mette però un po’ freno agli entusiasmi e speriamo serva come stimolo per continuare l’opera di realizzazione nel modo più consono possibile, tecnicamente, rispetto alle difficoltà che gli agenti climatici locali, che come ben sappiamo nello Stretto sono molto particolari, potranno nei prossimi mesi render difficoltoso il proseguo dei lavori, soprattutto a causa dei marosi nel prossimo autunno.
Giovanni Micalizzi, residente a Santa Margherita, segue quotidianamente lo sviluppo dei lavori, con l’ansia entusiastica e gioiosa di poter abbracciare una nuova struttura architettonica che valorizzi il rapporto terra-mare nella sua zona.
E’ un appassionato e studioso di meteorologia, climatologia, condizioni meteo marine e correnti dello Stretto: segue e studia questo tipo di fenomeni da circa 20 anni e, da buon osservatore, ha inviato una lettera all’Anas in merito ai lavori di cui abbiamo già sopra parlato.
Giovanni, cosa t’ha spinto a inviare questa lettera ?
-Innanzitutto la zona essendo esposta allo scirocco, quindi orientata a Sud/Est, durante le mareggiate subisce le onde di forte risacca in modo devastante.
Le ondate a volte finiscono per infrangersi addirittura sopra la SS 114 e questo è un tratto a forte erosione.
Il fondale in certi punti è profondo anche 4-5 metri e questo comporta un innalzamento dell’onda non appena inizia ad arrivare sotto costa diminuendo di velocità e aumentando in l’altezza per l’attrito col fondale-.
E quindi ? Nel progetto è previsto lo scarico dei massi frangiflutti proprio per riparare la costa da questo tipo di fenomeni. E, se non vado errato, è già in atto il lavoro per la creazione di queste barriere frangiflutti.
-Certamente. Ma vorrei puntualizzare che i lavori di scarico dei massi effettuati dalle navi sono stati fatti iniziando da Nord verso Sud.
Per il motivo che ho spiegato prima invece bisognerebbe proteggere la costa con massi innanzitutto più alti sulla superficie marina e, soprattutto, immergendoli da Sud anche in punti che al momento risultano senza protezione.
Senza riparare la zona Sud, anche più a Sud della realizzazione del Waterfront, c’è il rischio che nel prossimo autunno, e poi soprattutto col passare degli anni, le mareggiate possano distruggere quanto in questi mesi si sta costruendo con fatica e sudore della fronte. E’ importante proteggere il waterfront anche più a sud di quanto si sta facendo, perché le onde arrivano da sud/est e questa zona, come già accennato, è soggetta da decenni a forte erosione costiera-.
Grazie, Giovanni. Speriamo che il suo contributo possa aiutare i tecnici addetti ai lavori in modo da salvaguardare il mantenimento dell’opera adesso in fase di realizzazione.