Terna, ancora “violenza burocratica”. Le risposte di associazioni e M5S

Un parere abnorme. Così le associazioni ambientaliste di Villafranca Tirrena hanno commentato il pronunciamento del “Servizio 1 Vas-Via” del Dipartimento Regionale Ambiente sulla richiesta di VAS inoltrata dal Comune di Villafranca Tirrena, che ha escluso una variante semplificata al PRG del comune stesso, necessaria per la realizzazione dell’elettrodotto – e in particolare per l’accesso alla Stazione Elettrica nel torrente Gallo-, dall’obbligo di Valutazione Ambientale Strategica.

In una lettera inviata agli uffici preposti, al comune di Villafranca e alla Direzione Investigativa Antimafia, vengono contestate, punto per punto, le motivazioni presentate dall’ufficio: dalla surreale affermazione per cui la variante, che ricade interamente all’interno della Zona di Protezione Speciale ITA030042, è stata esclusa dalla Valutazione di Incidenza perchè non ricade nella Zona di Protezione Speciale ai precedenti pronunciamenti di TAR e CGA sull’obbligatorietà delle valutazioni stesse anche per progetti limitrofi a ZPS, alla particolare condizione idrogeologica del territorio in cui la Stazione Elettrica è stata posizionata.

Le associazioni “MAN” (Mediterranea natura) e “I cittadini”, e il comitato territoriale “Salviamo il paesaggio” chiudono la lettera chiedendo l’intervento degli uffici preposti e della Direzione Investigativa Antimafia, affinché “vengano individuate le motivazioni di tali palesi forzature che si rinvengono da tempo nel territorio compreso tra Villafranca e Sorgente”.

Meno tecnica, ma egualmente rappresentativa dell’angoscia della popolazione coinvolta è la lettera aperta indirizzata dal Meetup 5 stelle di Villafranca Tirrena al presidente Crocetta. “Ci hanno spiegato, con parole difficili, che un primo progetto passava lontano dalle zone abitate. Poi, vincoli, difficoltà normative, interessi economici e sopratutto burocrazia hanno determinato l’attuale tracciato sopra le nostre teste. Nessuno sa chi ha deciso, nessuno è responsabile di questa scelta. Manager pubblici nominati dal governo hanno dato l’ok, alti burocrati del ministero hanno avallato la scelta, tecnici della regione hanno dato parere positivo. Ma la politica dove è? Chi deve decidere della vita di questo paese?”

In una vicenda intricata come quella dell’elettrodotto, la capacità di districarsi tra la burocrazia e i suoi tecnicismi è fondamentale; ma, anche quando si riesce a organizzare una risposta competente e coerente contro gli abusi burocratici, i risultati non sortiscono gli effetti sperati. “Come possono scelte così di buon senso entrare nei meandri della burocrazia e diventare “impossibili”, senza che nessuno si faccia carico di rappresentare lì, dentro i palazzi, gli interessi di noi comuni cittadini?” – chiedono gli attivisti, – “per questo, signor Presidente, La invitiamo a venire qui a Serro, a condividere la nostra angoscia, a vedere con i suoi occhi lo scempio che sta per compiersi e, se vorrà farsene carico, a tutelarci dall’ennesimo atto folle di un potere pubblico cieco e impermeabile al buon senso e alle richieste dei suoi cittadini”.

Intanto, i 18 cavi dell’elettrodotto sono arrivati a Venetico Superiore.

Giovanni Passalacqua