L’ultimo appello è stato rivolto al ministero dell’Ambiente e all’assessorato regionale al Territorio ed è stato lanciato dal presidente del Comitato “Pro S. Alessio”, Sebastiano Ruggeri. Il documento indirizzato al governo regionale e nazionale contiene la richiesta di “un intervento urgente per la salvaguardia dei Corridoi ecologici che sorgono su entrambe le sponde del torrente Agrò” e per la correlativa cavea di S. Alessio Siculo. “Purtroppo – esordisce il documento – persino definire abbandonata la generale condizione di questi Corridoi ecologici è quasi un eufemismo”. Vengono allegate foto ed articoli di giornali. Si ribadisce che questi luoghi sono “abbandonati al proprio destino, un vero monumento all’incuria e all’abbandono trasformato in pattumiera”. I lavori per il recupero ambientale del torrente Agrò e la creazione di corridoi ecologici tra le aree protette preposti dal Comune di Santa Teresa di Riva come ente capofila del Pit 13, ebbero inizio nel 2009, grazie ai fondi dell’Unione europea.
“Dopo 18 anni – sottolinea il Comitato – viene approvata adesso la contabilità finale predisposta dal Rup (responsabile unico del procedimento) e dal Reo (Referente esterno l’operazione). Il project manager è stato l’ing. Carmelo Trimarchi. L’impresa esecutrice era di Gavi (Alessandria), i direttori dei lavori gli arghitetti Giancarlo di Bella e Carmelo Miuccio. Un progetto da fiore all’occhiello, tanto che alla sua inaugurazione molti rimasero a bocca aperta per la bellezza dell’impianto, per la fruizione delle aree, per i due corridoi pedonali e per i caratteristici ponti di legno ad arco riservati solo al passaggio pedonale e per i laghetti in cui dovevano sguazzare le papere. Diciotto anni dopo quei 4 milioni di euro è come se fossero stati gettati al vento. Non c’è manutenzione e pulizia, se non sporadica, e dietro insistenza dell’opinione pubblica – chiosa il presidente Ruggeri – che non vuole cedere all’abbandono di tutto quello che è stato realizzato e che oggi è veramente mal ridotto. Nessuno dei cinque comuni che confinano con il “parco” si prende la briga di farlo pulire e mantenerlo con decoro.
A rispondere “presente” quando si chiede un intervento solo Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio e l’Unione dei Comuni (che non avendo fondi fa quello che può). Questo perché si è avuto fretta di spendere quei quattro milioni di euro senza preoccuparsi a chi affidare la manutenzione. Così in effetti nessuno dei Comuni confinanti ha la responsabilità dei corridoi ecologici, poiché non c’è stato il passaggio burocratico di gestione. Cosa che deve avvenire attraverso il demanio perché i due corridoi ricadono su un’area demaniale fluviale. Sant’Alessio e Forza D’Agrò sono sul lato della sponda sinistra del torrente Agrò, Santa Teresa di Riva, Savoca e Casalvecchio, sulla sponda destra, e sono i cinque comuni che confinano con il “corridoio ecologico”. Ai cittadini – conclude il documento inviato al ministero – non rimane che indignarsi per quanto detto e per le discariche che vengono segnalate in continuazione”.