Cronaca

Amianto alla Raffineria di Milazzo, 7 vittime senza colpevoli: assolti ex dirigenti

E’ terminato con un’assoluzione tombale il processo a 15 ex dirigenti che si sono succeduti alla Raffineria di Milazzo nel decennio scorso, imputati della morte di 7 lavoratori per esposizione all’amianto.

Il Tribunale di Barcellona, accogliendo la richiesta dello stesso Pubblico Ministero Alessandro Liprino, li ha assolti per formula piena, “perché il fatto non sussiste”. In attesa delle motivazioni, la formula adottata dal giudice fa pensare che al processo non ha retto la tesi, inizialmente sposata dalla Procura sulla scorta di una consulenza scientifica, che le morti fossero state causate direttamente dalle esalazioni di amianto, o che comunque i dirigenti si siano attenuti alle norme richieste per la sicurezza sul lavoro.

Scagionati quindi Franco Terrosi, Napoleone Majuri, Mario Del Tredici, Vincenzo Russo, Francesco Zofrea, Salvatore Caltabiano, Marcello Rubini, Diego La Scala, Angelo Ferrari, Antonio Bucarelli, Cristiano Raminella, Franco Scorretti, Alessandro Gilotti, Pasquale Palumbo, Renato Morelli, Lino Gamba, Daniela Trio, infine la RAM nella persona del rappresentante legale Pietro Maugeri. Tra loro ci sono i presidenti, i direttori generali e i responsabili HSE che si sono succeduti dal 1982 al 2008, erano accusati di lesioni colpose legate a violazioni delle norme in materia di sicurezza sul lavoro: non aver evitato l’esposizione all’amianto da parte dei lavoratori.

Hanno difeso gli avvocati Tommaso e Carlo Autru Ryolo.

L’inchiesta penale era scattata dopo l’esposto di 64 lavoratori, che hanno chiesto alla Procura di Barcellona di fare luce sulla morte di sette operai, sette decessi avvenuti per malattia tra il 2006 e il 2013. Un unico fattore scatenante, secondo la tesi iniziale dell’accusa:  le esalazioni all’interno della struttura e l’amianto presente negli impianti.

Alcuni dei decessi erano già oggetto di inchieste precedenti. Ma dopo l’ultima morte di un operaio per patologie oncologiche e polmonari, la Procura ha chiesto ai consulenti di stabilire se c’era una causa comune appunto,che potesse legare insieme e riaprire i fascicoli vecchi. Da qui il processo, concluso qualche giorno fa con l’assoluzione di tutti gli imputati.