REGGIO CALABRIA – Vince anche in Corte di Cassazione Nino Pulitanò, il funzionario di Reggio Calabria delle Ferrovie dello Stato che aveva denunciato anni fa la presenza di amianto nella “sfera” produttiva delle Fs e per questo era stato poi vittima di un licenziamento già considerato ingiusto in primo grado e poi, nel 2017, in giudizio d’appello.
Adesso, con ordinanza numero 30438 adottata nel corso dell’adunanza camerale del 23 ottobre scorso – il deposito del provvedimento è avvenuto però il 28 ottobre -, la Sezione Lavoro della Suprema Corte ha rigettato il ricorso delle Ferrovie dello Stato.
La Cassazione ha altresì condannato la parte ricorrente «al pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità che liquida in euro 200,00 per esborsi ed euro 5.250,00 per compensi, oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge».
Evidenziata al contempo la «sussistenza dei presupposti processuali per il versamento da parte della ricorrente dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello previsto per i ricorsi, a norma del co. 1 bis dello stesso art. 13, se dovuto».
Con quest’ordinanza, la Sezione Lavoro della Cassazione conferma dunque il diritto del ferroviere-coraggio a vedersi riconosciute le mansioni superiori svolte (“quadro di livello A”).
Considerato dunque infondato l’unico motivo di ricorso avanzato in sede di giudizio di legittimità da Trenitalia, società – appunto – del gruppo Ferrovie dello Stato, dopo la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria che già aveva riconosciuto il corretto inquadramento di Pulitanò, per aver svolto l’attività di responsabile Manutenzione e verifica dei rotabili all’impianto di Reggio Calabria.
Al dipendente Trenitalia – difeso dagli avvocati Filomena Pellicanò e Giuseppe Morabito – spetteranno dunque anche le relative differenze retributive.
Lo stesso Pulitanò, nel 2018, era stato insignito del San Giorgio d’Oro – il cosiddetto Sangiorgino, cioè la massima onorificenza cittadina del Comune a Reggio Calabria – da parte del sindaco reggino Giuseppe Falcomatà.
Un premio per essersi fatto «portavoce e sentinella dei cittadini che non rinunciano, di tutti coloro che si spendono nel quotidiano, ma anche di coloro che non hanno il coraggio di agire da soli per il riconoscimento dei propri diritti. La nostra città gli riconosce la responsabilità degli uomini e delle donne che non si limitano ad osservare i cambiamenti ma che sono attuatori del cambiamento attraverso atti di coraggio e di denuncia costruttiva nell’interesse della collettività.
Ad Antonino Pulitanò la città di Reggio Calabria – si legge nella motivazione del riconoscimento conferitogli tre anni addietro – intende restituire oggi la dignità di lavoratore e di uomo, quale cittadino di quella buona volontà che deve dimorare sempre di più nel popolo reggino».