Dopo il ritiro di Mario Bolognari dalla competizione elettorale, a Taormina e ai taorminesi rimane comunque l’imbarazzo della scelta per la rielezione del sindaco e del consiglio comunale. Una rosa di nomi ben nutrita è quella scesa in campo a contendersi la poltrona da primo cittadino. I nomi ufficiali per ora sono quelli di Pinuccio Composto, Mario D’Agostino, Eligio Giardina e Cesare Restuccia, quest’ultimo di fresco apparentamento con Giovanni Raccuia e i suoi di “Quota 205”. C’è ancora tempo per eventuali accordi – a maggior ragione dopo il rinvio delle elezioni deciso da Crocetta – o per nuove ufficializzazioni. Il clima elettorale ha fatto fiorire così tanti movimenti e soggetti politici che le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. I nomi dell’ultima ora sono quelli del consigliere comunale Pina Raneri, che dice di avere una squadra pronta a sostenerla, e quello di Carlo Turchetti. Quest’ultimo ha affermato un paio di giorni fa di essere pronto a ricandidarsi a sindaco per la rinascita di Taormina. Il suo curriculum vitae lo precede. Turchetti, economista con una lunga carriera alle spalle ad alti livelli, eletto lo scorso 2012 governatore del Kiwanis Internazional – Distretto Italia San Marino e che a 26 anni lasciò Taormina – “bloccata da nepotismi inaccettabili e già da allora da inappropriati ingorghi burocratici” – ora la stessa Taormina si dice pronto a cambiarla. Eppure il sistema politico taorminese non deve essere mutato di molto negli anni. Le motivazioni ufficiali del ritiro di Mario Bolognari, del resto, delineano un quadro poco limpido. Il professore parla di “posizioni di forza” e “mesi di ambiguità” e si è detto non disposto a mercanteggiare sugli assessorati e a venir meno ai propri princìpi. Certo, a voler credere alla lettera a questa dichiarazione, le considerazioni sono tante e tutte amare. E’ come dire in altre parole che la politica è un sistema marcio che nessuno può cambiare. O ti adegui o te ne vai. E quelli che rimangono sono tutti marci, di conseguenza. Non ci sarebbe nulla di nuovo sotto il cielo della politica solo che dirlo adesso è diverso, perché adesso è cambiato lo scenario e guardare Taormina che cade a pezzi pone sotto la lente d’ingrandimento tutti i problemi, quelli che in tempi migliori era più semplice fingere di non vedere, mascherati da turismo, bei paesaggi e arte. La competizione elettorale vede in gara per lo più soggetti di lunga esperienza politica, tutti pronti però a dichiarare che le poltrone non interessano a nessuno e tutti disponibili al confronto, ma fino ad ora passi indietro per “snellire” i pretendenti non ce ne sono stati. E poi c’è chi lancia l’idea delle primarie, così come proposto dal movimento civico “Avanti Taormina” di Jonathan Sferra, per permettere ai cittadini di decidere da chi farsi rappresentare.
Giusy Briguglio