E’ Antonio Mamì il candidato a sindaco di centro sinistra a Barcellona. Le primarie gli hanno consegnato la guida della coalizione – formata da Movimento Città Aperta, Pd, Psi e Articolo 1, con 1001 voti contro i 661 di David Bongiovanni e i 648 di Paolo Pino. Primarie caratterizzate dalla presenza di votanti del centro destra, nel tentativo di condizionare l’andamento della votazione. Tentativo fallito, alla luce del risultato.
Da qui parte il confronto con il commercialista che è stato tra le anime principali della “primavera collichina” prima e dell’opposizione al sindaco uscente Roberto Materia poi. Con un occhio sempre rivolto al bilancio.
Primarie archiviate. Il tentativo di inquinamento del centro destra ha lasciato strascichi polemici all’interno della coalizione? Assolutamente no. Si è trattato di una presenza impossibile da ignorare e ne abbiamo discusso, siamo stati i primi a sollevare il problema, che andava affrontato comunque. Ci siamo confrontati su come procedere e abbiamo deciso di sottolineare comunque quel che era accaduto, ancora prima di conoscere il risultato. Poi però abbiamo capito che la presenza numerica non era tale da inquinare il risultato, quindi abbiamo proceduto allo spoglio.
Annunciando le primarie avete fatto capire che avreste sin da subito lavorato alla campagna elettorale. E così è. Il passaggio successivo è completare le liste. Ancora non li ho sentiti ma i due candidati alle primarie saranno certamente direttamente impegnate nelle liste del PD. Ritengo ci siano gli elementi perché ogni movimento abbia almeno una propria lista ma miriamo a coinvolgere chiunque si senta in grado di potere impegnarsi per la città, che ne ha bisogno, e qualunque altro movimento voglia formare liste di appoggio. Per questo avvieremo prima possibile confronti pubblici con la cittadinanza, sia in vista della presentazione delle candidature che sui temi della campagna elettorale. Puntiamo a vincere ma puntiamo anche a portare tanti consiglieri comunali di schieramento.
Ecco, quali saranno i temi della campagna elettorale del centro sinistra a Barcellona?Anzitutto ci preme far capire che il messaggio che sta facendo passare il centro destra non corrisponde allo stato dei fatti. Quelli che sono già scesi in campo non sono che la riproposizione dell’amministrazione Materia, si parla tanto di nuovo ma così non è.
Poi, è necessario impostare la campagna elettorale con senso di responsabilità. Non sarà molto “elettorale” ma bisogna dirlo che la situazione economico-finanziaria del comune è critica, non si possono fare promesse a vuoto.
La situazione finanziaria del Comune ha costituito il tuo impegno come consigliere comunale in questi anni. Sarà centrale anche da oggi in poi?Non può che essere così, il quadro è critico, non si può prescindere dal risanamento. Un’azione seria, che richiederà probabilmente più di una legislatura, ma che è fondamentale affrontare. Il Comune ha un problema di liquidità che deve essere superato quanto prima.
Quali sono le altre priorità di Barcellona? Certamente la raccolta dei rifiuti ma più in generale quello del decoro urbano. La città è sporca, la manutenzione delle strade e dell’acquedotto latita. C’è un grosso lavoro da affrontare che la gente si aspetta sia affrontato. Ed è una di quelle cose che si possono fare, malgrado l’attuale quadro finanziario. Perché la raccolta rifiuti è coperta dalla Tari, quindi finanziata malgrado la percentuale di riscossione sia intorno al 50%. La riscossione è stata affidata ad un soggetto esterno, diverso da Riscossione Sicilia, e questa è una cosa che probabilmente può aiutare. C’è una società esterna che effettua il servizio, c’è un appalto in essere, sul quale si può intervenire. Quindi questo è un campo in cui si può veramente operare.
Da dove si può partire, dell’esperienza Materia, per costruire? Purtroppo proprio in questi due settori cruciali dell’amministrazione Materia c’è il meno, del salvabile. Rispetto al problema rifiuti mi pare ci sia stato poco interesse, mentre l’aspetto finanziario non è stato affrontato tempestivamente. Un piano di riequilibrio approvato tardivamente è un piano di riequilibrio che avvia comunque al dissesto.
Da consigliere comunale è sempre stato molto chiaro sull’argomento dissesto. La sua idea resta la stessa, anche da candidato a sindaco?Adesso il piano di riequilibrio c’è, è stato approvato e da lì bisogna partire. Non bisogna avere preconcetti, va analizzato per capire se sta in piedi. Se è così, allora va puntellato e sostenuto. Diversamente, non ha senso amministrare andando a tappare buchi dopo buchi.
Quindi non salva nulla dell’esperienza Materia? L’aver sfruttato la possibilità di stabilizzare i precari. Era un problema perché la questione si trascinava da tempo, ed ora è stato risolto. Quanto possa aiutare, nell’amministrazione, è da valutare. Perché certamente bisognava dare risposte alle domande legittime di questi lavoratori, ma adesso il Comune non ha più la possibilità di effettuare assunzioni. E considerato che a breve andranno in pensione molte professionalità storiche fondamentali, questo potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Ha già un’idea della Giunta di cui avrebbe bisogno per affrontare queste questioni? Sicuramente di una competenza giuridica importante, specialmente di tipo amministrativo. Poi qualcuno che si occupi dei finanziamenti e qui posso sbilanciarmi facendo il nome di Sergio Amato, che ha condiviso con me quel mese di assessorato e che è fondamentale per reperire risorse finanziarie. La progettazione è oggi l’unico canale possibile per attirare fondi disponibili. Qui partiremmo svantaggiati. La prossima amministrazione non avrà bandi nuovi disponibili subito e non potrà che proteggere per i bandi le cui risorse saranno poi disponibili per l’amministrazione successiva. Ma anche questa è un’azione fondamentale.
Sarà un’altra avventura, rispetto all’esperienza Collica, o con quella si porrà in continuità? Credo che potremmo definirla una “Collica 2.0”. Quella era una prima esperienza amministrativa con meno forze a sostegno, oggi abbiamo maggiore esperienza e più compattezza, per questo miriamo a eleggere il maggior numero di consiglieri possibili, per avere maggiore sostegno.
Economia e servizi. E l’aspetto sociale di Barcellona?Penso che anche questo sia un aspetto nel quale si possa intervenire. E in maniera mirata. Negli ultimi anni c’è stato un risveglio della socialità, anche attraverso l’animazione della vita notturna e dei locali. E’ il risultato di un’opera che viene da lontano, dall’amministrazione Nania, e che va sostenuta e stimolata.
Sarà fondamentale poi riqualificare alcune zone, penso al centro in particolare che si svuota sotto la maggiore attrattiva dei centri commerciali. Il no a propri a queste strutture non ha senso, ma i commercianti vanno sostenuti e vanno offerti servizi al centro perché possa porsi come concorrenza, dai parcheggi alla pedonalizzazione, che da sola non basta.
Certamente mancano tante cose in città. Manca ad esempio un parco, ed è una cosa che molti chiedono. Uno spazio dove poter trascorrere del tempo con la famiglia, così da non essere attratti verso i grossi poli commerciali appunto. La vita culturale barcellonese è storicamente molto vivace, ci sono tante realtà impegnate e si tratta di implementare la loro opera coordinandole e supportandole meglio.
Da Barcellona a Milazzo. Archiviate le vostre primarie si metterà in moto anche il centro sinistra di Milazzo? Non siamo impegnati direttamente, come Movimento Città Aperta, anche se siamo vicini e sosteniamo il consigliere comunale Antonio Foti. Il PD ha dichiarato che vuole sostenere la ricandidatura di Formica. Ma non sono due realtà direttamente collegate, dal punto di vista strettamente politico elettorale. Io sono stato e continuo ad essere, però, un fervente sostenitore di un accordo strategico Milazzo –Barcellona, i due centri devono guardare insieme alla crescita dell’intera area, anche a beneficio dei centri di tutto l’hinterland.
Il 24 maggio si vota, ed è il suo compleanno. Si aspetta un bel regalo?Penso festeggerò comunque. Sono sceso in campo perché creso sia importante impegnarsi per la comunità, soprattutto se hai competenze specifiche. Ma non vivo di politica ma della mia professione. Quindi se vincerò le elezioni avrò vinto. Se non vincerò avrò comunque vinto personalmente, perché riprenderò la mia professione, con la consapevolezza di aver dato il massimo. Intanto, però, mi faccio un grosso in bocca al lupo.