Le recenti elezioni ammnistrative per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale hanno decretato la sconfitta di quanti -sia nel centro destra che nel centro sinistra – avevano a cuore la rinascita della città, il riconoscimento del merito, della qualità, della competenza e della progettualità. Esse, invece, hanno consacrato “campione del popolo” l’on. Cateno De Luca che in corsa riesce a battere il sindaco uscente Renato Accorinti e il suo principale competitor Gaetano Sciacca nella sfida a chi meglio potesse rappresentare le sacche di degrado e di malcontento sociale. Si poteva evitare questa sconfitta? Era prevedibile tutto ciò? Probabilmente era difficile arginare l’ondata di profondo disagio e malessere che ha segnato l’esito delle elezioni. In previsione di ciò, tuttavia, alcuni accorgimenti potevano essere adottati. Proviamo a sviluppare, su questo punto, alcune breve considerazioni.
Nella fase iniziale di definizione delle proposte politiche, ancora prima quindi della presentazione delle liste e dei candidati, le scelte operate dalla classe politica, ed in particolare quella del centro destra e del centro sinistra, sono state cruciali e hanno condizionato l’evolversi della successiva campagna elettorale. Di fronte alla portata delle trasformazioni in atto, dei rivolgimenti sociali causati dal profondo disagio che veniva espresso dalla popolazione e che aveva influenzato l’esisto delle elezioni regionali, e soprattutto quelle nazionali, la classe politica non ha saputo o voluto elaborare nuovi strumenti di analisi e di intervento. Piuttosto che avviare un confronto per l’elaborazione di una “piattaforma condivisa” per lo sviluppo della città, proporre un governo autorevole, competente e indipendente, partecipare alla costruzione di un comune sentire a difesa dei valori della liberal-democrazia, ha prevalso, invece, l’egoismo personale, la difesa delle singole posizioni, i veti incrociati; scelte che hanno finito per dividere il possibile fronte del “bene comune” e favorito i movimenti più estremi.
La seconda osservazione riguarda la scelta dei candidati a sindaco. Il 20 per cento, in media, degli elettori del centro destra e di quelli del centro sinistra ha preferito votare, al primo turno, un candidato sindaco diverso da quello espresso dalla coalizione. E’ un chiaro ed evidente segnale di debolezza dei candidati che hanno viaggiato al traino delle liste. Secondo alcuni il risultato è riconducibile ad una scarsa empatia tra i candidati e il “popolo”, frutto anche delle modalità con le quali i candidati sono stati selezionati e decisi all’interno delle segreterie politiche senza, di fatto, il coinvolgimento della base e del popolo. Secondo altri, invece, la questione è di natura diversa, più politica. Il prof. Bramanti è sembrato, ai più, espressione “telecomandata” di un blocco di potere che ha mortificato e condizionato negativamente le prospettive di sviluppo del territorio. Il prof. Saitta, invece, è apparso come il garante di equilibri interni ai partiti ed espressione di vecchi schemi e logiche e quindi incapace di rappresentare le aspettative di profondo rinnovamento della classe dirigente da più parti auspicate. Ad ogni modo è innegabile, come dimostrano i dati, che le scelte compiute hanno pesato sul risultato finale.
La terza ed ultima osservazione è relativa alla strategia della comunicazione. Si è lasciato di fatto decidere a De Luca il ritmo, il linguaggio, il leitmotiv della campagna elettorale. Una competizione, inoltre, continuamente e scientemente disturbata dalle incursioni mediatiche di De Luca che non ha consentito ai candidati di parlare dei loro programmi. De Luca è riuscito, con cinismo e abilità comunicativa, a disinnescare una delle più potenti armi in mano ai candidati per la conquista del consenso: la narrazione sul futuro della città.
Al di là delle riflessioni su quello che poteva essere fatto, sui candidati a Sindaco e sui modi in cui è stata condotta la campagna elettorale, l’On. De Luca è chiamato, adesso, a governare il Comune e, dunque, la città metropolitana di Messina. Chiusa la lunga kermesse elettorale tocca quindi al Sindaco e agli eletti in Consiglio Comunale trovare gli accordi e le giuste intese in grado di ridare centralità al tema del lavoro e dello sviluppo della città, valorizzare il merito e le competenze, rimuovere tutte quelle criticità che hanno impedito il pieno sviluppo della persona umana, favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti coloro che per questi progetti e valori sono pronti a scommettersi.
Michele Limosani