MESSINA – Ancora bare in baracca. Dopo la signora Santina Parisi, Angela Furone. In tutti e due casi, due donne a letto da anni, imprigionate in un luogo malsano. “Mai più bare bloccate in una baracca e subito l’alloggio per disabili e malati”. Il primo obiettivo è questo, nell’ambito del risanamento, ma l’avvocata Annalisa Giacobbe ci informa che intanto, in attesa che l’operazione sia completa, persone fragili muoiono nelle baracche.
Scrive la legale: “A gennaio ci siamo lasciati con l’ingiusto decesso della signora Santina Parisi, immunodepressa che da anni attendeva un alloggio in deroga di Edilizia residenziale pubblica. Alloggio richiesto a più riprese con molteplici istanze e da ultimo con ben due giudizi. E siamo ancora in attesa della pubblicazione della sentenza definitiva. La signora Parisi non è arrivata in tempo ad avere un alloggio e non ha potuta neppure dare l’ultimo saluto alla propria casetta/baracca che per tanto tempo l’aveva ospitata. Il suo feretro non entrava nei cunicoli stretti dell via Cuore di Gesù”.
Nell’occasione, continua l’avvocata, “era risuonata la frase: “Mai più bare!”. Bene, purtroppo non è stato così, la stessa sorte è toccata alla signora Angela Furone, allettata ormai da anni. Anche lei aveva avanzato diverse istanze di assegnazione in deroga di alloggio Erp e anche lei è rimasta in attesa di giudizio al Tar e al Cga, Consiglio di giustizia amministrativa. Per la signora Furone, anche tramite i servizi sociali che l’avevano in carico, abbiamo fatto presente l’urgenza di assegnarle un alloggio perché potesse vivere una vita dignitosa. E potesse godere delle cure riabilitative necessarie, impossibili da praticare in una casetta. Lì dove muoversi per corridoi stretti costituisce una vera e propria barriera architettonica”.
Aggiunge la legale Giacobbe: “Avevamo fatto presente che la casetta per la signora era diventata una vera e propria prigione, dalla quale per ovvie ragioni era impossibile per lei uscire. Anche la signora Furone, suo malgrado, non ha potuto godere di un alloggio degno di tale nome, dato che è morta il 18 luglio”.
Evidenzia l’avvocata: “Pure per lei, come per la signora Parisi, l’ultimo saluto è stato dato in strada nella disperazione dei parenti e amici. Persone che non comprendono la stasi e le lentezze dell’amministrazione comunale che sembra sorda alle necessità dei più fragili. Amministrazione che non mette in campo delle tempistiche adeguate. I tempi d’azione non collimano con lo stato di salute grave in cui versano tantissime famiglie baraccate della città”.
Che la macchina comunale debba diventare più spedita ed efficiente è oggettivo. E il censimento degli immobili comunali deve essere completato in tempi brevissimi. Ma in questo caso c’è anche l’impegno della struttura commissariale per chiudere l’annosa questione del risanamento. E, in questi giorni, è stato avviato un “corridoio sanitario” per 31 disabili gravissimi che abitano in aree baraccate e che avranno finalmente un alloggio. Una corsa contro il tempo e bisogna fare in fretta.