Il consolidamento della diga prevede l'infissione nel fondale di 66 pali. A marzo scrivevamo del completamento della collocazione del terzo. A giugno, ne sono stati "piantati" altri due, per un totale di cinque. Continuando di questo passo, ci vorrebbero anni per completare il lavoro. Fortunatamente, giungono rassicurazioni che non sarà così. Ce lo spiega l'ing. Francesco Di Sarcina, dirigente tecnico dell'Autorità Portuale: "Ci sono stati dei problemi perché l'attrezzatura in possesso della ditta Scuttari non riusciva a perforare la roccia lavica. Per ogni palo da collocare, bisogna scavare otto metri di roccia, non è quindi così semplice come si poteva pensare". Di Sarcina, però, rassicura sui tempi di prosecuzione: "Si va verso un'ottimizzazione del lavoro, la ditta ha acquisito la giusta metodologia e i tempi si accorceranno. E' già in corso la perforazione di altri cinque pali". La ditta Scuttari, che si sta occupando del consolidamento, ha dovuto chiedere una proroga ora al vaglio della direzione dei lavori del Genio Civile Opere Marittime. Con ogni probabilità, la proroga verrà concessa tra una decina di giorni e comunque non oltre l'8 luglio, entro 30 giorni dalla richiesta. A questo punto, ipotizzare una data di termine lavori diventa impresa ardua. Il lavoro della ditta Scuttari è entrato a pieno regime e potrebbe essere necessario un anno per completarlo. Ma è da sfruttare necessariamente la bella stagione per accorciare i tempi e per scongiurare definitivamente il pericolo mareggiate, che già tre volte (novembre 2008, gennaio 2010 e febbraio 2012) si è concretizzato col danneggiamento della diga, rendendo necessaria la chiusura temporanea di una o entrambe le invasature. Il tutto mentre si attende che entro fine mese la Sigenco, impresa aggiudicataria dell'appalto di ampliamento del porto, presenti il progetto esecutivo. Una volta validato, l'impresa potrà iniziare i lavori ed avrà 720 giorni di tempo per completarli. Tra poco più di due anni, quindi, Messina potrebbe essere definitivamente libera dalla schiavitù dei tir. Oggi, però, i giganti della strada continuano ancora a scorrazzare su viale della Libertà, viale Boccetta, via La Farina e viale Europa.
(Marco Ipsale)