Solidarietà ai giovani avvocati, i più colpiti dall’emergenza economica causata dal coronavirus. Apertura al dialogo con gli avvocati per fare fronte ai problemi della giustizia, ma difesa dell’operato di tutti i magistrati, che sia durante il lockdown che dopo hanno continuato a lavorare al massimo delle loro possibilità.
Così l’Anm di Messina risponde al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina Domenico Santoro, che parlando della mancata ripartenza della giustizia nella fase 2, ha indicato alcune criticità ascritte al lavoro dei magistrati, ed alla denuncia dell’Organismo Congressuale Forense sulla generale situazione italiana dello stallo giustizia.
Di seguito, la nota integrale della Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, guidata dalla dottoressa Maria Militello, che offre anche qualche dato sull’attività svolta in tre mesi dai giudici messinesi: 220 sentenze depositate, altrettanti decreti ingiuntivi, 70 ordinanze ex art 702 bis cpc, oltre 30 ordinanze cautelari e in materia possessoria, 1.400 provvedimenti del Giudice tutelare e di volontaria giurisdizione,
La Giunta distrettuale di Messina condivide i problemi strutturali in cui si trovano ad operare gli addetti al settore giustizia – giudici, avvocati e cancellieri- denunciati nella nota del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Messina al Governo ed esprime la propria solidarietà in particolare ai giovani avvocati che, in questo particolare momento, si trovano ad affrontare maggiori difficoltà.
Restando disponibile al dialogo per un utile confronto fra magistratura ed avvocatura – come e’ stato fino a questo momento – tuttavia, la Giunta non può che dissentire fermamente dalla denuncia, da parte del Consiglio dell’ordine degli avvocati Messina e da parte dell’Organismo Congressuale Forense, relativa alla mancata ripresa dell’attività giudiziaria nella cosiddetta fase 2.
Nella fase 1 sono state svolte le attività consentite dai decreti legge che si sono susseguiti e che, pertanto, imponevano il blocco delle attività in molti settori per via dell’obbligo di differire le udienze e della sospensione dei termini processuali. Ciononostante ciascun magistrato ha impiegato il proprio tempo a smaltire le riserve, a decidere le cause assunte in decisione e a preparare l’attività per la fase della ripresa.
Non è affatto che non tutti i magistrati sono riusciti a consultare gli atti e, pertanto, non hanno potuto lavorare. Consta personalmente ai componenti della Giunta che tutti i colleghi hanno continuato a lavorare con spirito di assoluta dedizione sia nel settore civile e del lavoro, dove i fascicoli sono digitalizzati, sia nel settore penale, attraverso la presenza in ufficio anche in orari non concomitanti o da casa, anche grazie al sostegno costantemente assicurato dalle cancellerie che, con altrettanto spirito di abnegazione e pur impossibilitate ad operare sui sistemi informatici da remoto, hanno contribuito con grande professionalità alla regolare conduzione delle udienze virtuali, da remoto e tradizionali.
I magistrati, anche nella cosiddetta fase 1, sono stati tutt’altro che fermi.Si segnala, a titolo esemplificativo, che presso la prima e la terza sezione, dal giorno 1 marzo 2020 al 25 maggio, quindi in meno tre di mesi, in pieno lockdown, sono state depositate duecentoventi sentenze, altrettanti decreti ingiuntivi, settanta ordinanze ex art 702 bis cpc, oltre trenta ordinanze cautelari e in materia possessoria, circa 1.400 provvedimenti del Giudice tutelare e di volontaria giurisdizione, ai quali si aggiungono le ordinanze presidenziali e l’elevato numero di decreti di omologa delle separazioni consensuali, numeri che parlano da soli e che evidenziano come l’attività giudiziaria non si sia mai fermata.
Analoghe considerazioni valgono per il settore lavoro, fallimentare e delle esecuzioni sia del Tribunale di Messina sia dei Tribunali della Provincia, dove i giudici, anche attraverso il sistema cartolare, hanno continuato ad assumere cause in decisione e a depositare i relativi provvedimenti.
Con riguardo alla specifica doglianza dell’avvocatura concernente l’audizione dei coniugi, si segnala che il Tribunale di Messina, nell’ambito dell’udienza presidenziale -unica fase processuale in cui è previsto come obbligatorio detto incombente- ne ha assicurato, tra i pochi tribunali in Italia, la comparizione personale per tutta la fase emergenziale disattendendo le richieste- provenienti proprio da una parte della stessa avvocatura- di conduzione “virtuale” dell’udienza: pertanto mai si è pensato di affidare le problematiche sottese a tali delicati giudizi alle “due paginette” menzionate dal Consiglio dell’ordine degli avvocati di Messina.
Nel settore penale l’attività e’ ripresa non solo per i procedimenti con detenuti o prossimi a prescrizione, ma per tutti i procedimenti in cui non devono essere escussi testi. Il che significa che vengono trattate tutte le prime udienze, tutti i procedimenti definiti con riti alternativi e tutte le udienze preliminari che normalmente non prevedono l’esame di testimoni.
Il settore GIP/gup nella fase 2 opera a pieno regime, salvo la presenza ridotta dei cancellieri che talvolta può creare disservizi.
Non è affatto vero che nella trattazione da remoto dei processi con imputati detenuti l’avvocato penalista non entra in contatto con il proprio cliente se non attraverso una rara videochiamata, che non si sa da chi sia registrata, come si legge nella nota del Consiglio dell’ordine locale.
Il difensore ha la facoltà di scegliere se essere presente nell’aula di udienza, dal proprio studio o dalla casa circondariale con il proprio cliente e, quando decide di essere in video collegamento, gli e’ assicurata la facoltà di mettersi in contatto telefonico con il proprio assistito in modo privato, senza alcuna registrazione; la registrazione attivata su Teams dell’interrogatorio e’ preavvertita dal Giudice e la dicitura “registrazione” appare espressamente sulla schermata, visibile a tutte le parti.
A ciò si aggiunga che il filmato diramato dall’Organismo Congressuale Forense, in cui si riprendono i corridoi del Tribunale vuoti, si pone in piena contraddizione con gli assembramenti fuori dalle l’aula di udienza, lamentati dallo stesso Consiglio dell’ordine.
Invero, ciascun magistrato sta cercando di organizzare le udienze per fasce orarie proprio per evitare assembramenti e assicurare la celebrazione delle udienze.
Certamente i problemi strutturali, la scarsezza dei presidi e delle risorse l’inadeguatezza delle aule di udienza diventano più gravi in questi giorni, in cui si deve assicurare il distanziamento sociale ed i tagli ministeriali alle spese sono un ulteriore fattore di obiettiva difficoltà: basti pensare che per le videoconferenze il Ministero non assicura più la presenza del personale addetto ed i cancellieri, oltre alla redazione del verbale, si dovranno fare carico di questo ulteriore adempimento, con aggravio nei tempi di durata dell’udienza.
Fatte questi brevi ma doverose precisazioni, va ribadito che la Giunta e tutta la magistratura locale si sono sempre impegnate per un utile e proficuo confronto con l’avvocatura.
Infatti, sin dal suo insediamento, questa Giunta distrettuale ha informato la propria attività e le singole iniziative di cui si è fatta promotrice ad una leale collaborazione con l’avvocatura per una efficace amministrazione della giustizia.
Con questa nota si interviene per ribadire che tutti i magistrati del distretto hanno svolto incessantemente il proprio lavoro anche durante la fase dell’emergenza, con spirito di abnegazione, raggiungendo livelli di produttività tra i più alti d’Italia, ragione per la quale questa Giunta distrettuale, in rappresentanza di tutti i colleghi, legge con rammarico la denuncia della mancata ripresa dell’attività giudiziaria e contraddice con forza quanto rappresentato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Messina.