cronaca

Anno giudiziario a Messina: “Pm dipinti come invasati che spiano la vita delle persone”


MESSINA – Un forte richiamo all’indipendenza della magistratura, alla vocazione dei giovani giudici, nell’intervento del Procuratore Generale di Messina, alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. Con la sua consueta verve polemica, il Pg Carlo Caponcello entra a gamba tesa nell’attualità politica e non nasconde le “forti preoccupazioni” per i disegni di riforma della magistratura e dell’ordinamento giudiziario.

Presso tutti gli uffici del distretto ho colto l’entusiasmo, la dedizione, la ricchezza etica e professionale di tanti giovani magistrati che non solo svolgono una proficua attività giudiziaria, ma anche costituiscono un presidio giudiziario essenziale, in un territorio caratterizzato dalla risalente, pervasiva presenza della criminalità mafiosa – dice il capo della Procura generale – A questi giovani colleghi va il mio, il nostro
vivo ringraziamento”.

Sono loro il futuro ed è per questi giovani magistrati che non possiamo e non dobbiamo accettare – in silenzio e senza che nella società civile nessuno sembra più disposto ad alimentare il pensiero critico e far comprendere quali sono i principi basilari in gioco – che si dipingano i pubblici ministeri come una massa di invasati che godono nel sequestrare cellulari a ogni piè sospinto, che usano i mezzi di ricerca della prova previsti dal codice, non per far fronte al dovere di investigare, ma per entrare a gamba tesa nella vita degli altri. Si continua a dire che le intercettazioni sono uno strumento medioevale da eliminare, ovviamente quando si parla di P.A. e reati dei colletti bianchi, perché, invece, per gli altri reati nulla quaestio”.