Le lungaggini dei processi non ponnono ssere imputata alla Magistratura, visto che i dati statistici acquisiti dimostrano in modo inequivocabile l’impegno profuso – i dati del nostro distretto sono emblematici – nonostante la carenza di risorse e la situazione ambientale in cui i Magistrati operano.
Voglio dare atto, al riguardo, del notevole sforzo compiuto in questi ultimi anni dalla nostra Corte d’Appello e Assise d’Appello; sforzo che dovrebbe condurre a breve alla normalizzazione delle pendenze.
Invero, il capitale umano è di per sé insufficiente, se non è accompagnato da un adeguato supporto strutturale e organizzativo. Le riforme a costo zero non hanno sortito alcun effetto ed è puramente illusorio che, senza far ricorso a risorse finanziarie, la situazione possa mutare non certo nel breve, ma quanto meno nel medio periodo.
Per la legge che sopprime gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari c'è stato con l’istituzione delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza – c.d. R.E.M.S. – un superamento malato di burocrazia per i punti critici che presenta il nuovo modello giuridico-amministrativo, nel tentativo di bilanciamento delle esigenze di tutela della collettività e l’auspicato orientamento della deistituzionalizzazione dei soggetti mediante misure non segregative.
La riforma sconta anche in Sicilia, forse meno che altrove, i persistenti ritardi delle Regioni. Un dato positivo ci proviene dalla R.E.M.S. di Naso, oggi una delle più virtuose, potendo vantare un indice di ricambio elevato, che permette di evitare il tanto vituperato andamento cronicario delle degenze.
Da segnalare che il vecchio O.P.G. Di Barcellona si trova in sede di riconversione in Casa Circondariale con annessa sezione di reclusione, pur dovendo mantenere tendenzialmente la sua natura di luogo destinato alla tutela della salute mentale. Piuttosto, appare allarmante che ancor oggi vi siano in Sicilia più di 60 misure provvisorie ineseguite per carenza di posti negli istituti deputati.
Per quanto attiene alla situazione del distretto, va anzitutto evidenziato il lavoro incessante ed encomiabile compiuto dalla Procura di Messina, e in specie dalla DDA, in materia di criminalità mafiosa. Di fronte a quest’idra di Lerna, che continua a rinascere e a rigenerarsi, malgrado i numerosi colpi inferti alle organizzazioni criminali in questi ultimi anni, sono proseguite, con rinnovato vigore, le indagini da parte delle forza dell’ordine, coordinate dalla DDA di Messina, ai cui magistrati voglio manifestare tutta la gratitudine e la solidarietà della società civile anche per l’esposizione, con tutte le conseguenti implicazioni, cui sono soggetti.
Le indagini, che hanno ulteriormente confermato i legami di queste cosche criminali con cosa nostra palermitana e catanese, sono sfociate nel nuovo procedimento, denominato Gotha 6, che costituisce la naturale prosecuzione dei precedenti Gotha e Pozzo e che riguarda pur esso la famiglia mafiosa barcellonese in tutte le sue complesse ed articolate diramazioni.
Si sta così facendo piena luce, grazie anche al contributo di numerosi, tra i quali alcuni nuovi, collaboratori di giustizia, su numerosi omicidi e tentativi di omicidio, commessi tra il 1993 e il 2012, tutti caratterizzati da dinamiche di tipo mafioso.
Quel che è importante sottolineare è che tutte le indagini Gotha sono state corredate da oggettivi e accurati riscontri che hanno permesso alle stesse di approdare in processi, dove ne è stata verificata positivamente la valenza.
Continua a dare i suoi frutti il desk interforze istituito al fine dell’adozione di misure di prevenzione patrimoniale. Non è stata tralasciata l’area dei Nebrodi e Tortoriciana, basti ricordare le indagini “Senza tregua” e “Frontiera”. Piuttosto è da segnalare che, contrariamente a quanto avviene nel barcellonese, in quest’area non si registrano contributi collaborativi.
A proposito dei Nebrodi, il nostro pensiero è rivolto al vile attentato nei confronti del Presidente dell’Ente Parco e del personale della sua scorta, avvenuto il 18 maggio scorso in piena notte e originato chiaramente dall’attività di repressione e controllo delle frodi comunitarie. Si tratta di un attentato pianificato, organizzato e attuato con modalità tipicamente mafiose, avvalendosi di tecniche di tipo militare. La sua finalità non era chiaramente solo quella di un gesto dimostrativo. Sullo stesso sono in corso serrate indagini coperte dal segreto investigativo, che ci si augura possano nel più breve tempo possibile condurre ad apprezzabili risultati. Parallelamente altre importanti indagini sono state compiute sull’attività criminale del capoluogo e su quelle della fascia Jonica.
Per il capoluogo va ricordata l’indagine “Matassa”, le cui risultanze investigative hanno delineato l’esistenza di un gruppo associativo finalizzato alla corruzione elettorale. Lodevole è l’operato, riscontrabile dalle statistiche, delle Procure di Barcellona e Patti, nonostante le note vicissitudini di organico, formato per lo più da magistrati di prima nomina. Sempre più preoccupante è il fenomeno dell’immigrazione clandestina, in tutte le sue possibili implicazioni.
Purtroppo Messina e il suo porto costituisce uno dei luoghi epicentro del fenomeno, che comporta il proliferare di procedimenti, oltreché per traffico illegale, a volte anche per omicidio volontario in relazione ai soggetti rinvenuti a bordo delle imbarcazioni, deceduti durante il trasporto per le precarie condizioni in cui sono tenuti o perché vittime di atti di violenza
. Non è mai ozioso ripeterlo, sono innumerevoli le difficoltà che si incontrano nell’accertamento delle responsabilità di questi fatti criminosi, sia per i diversi e peculiari idiomi dei soggetti trasportati, sia per le difficoltà di identificazione, sia per il timore di rappresaglie da parte dei testimoni.
Le ripercussioni, come è ovvio, le subiscono anche il Tribunale e la Procura per i Minorenni. Detti organi, per l’accorpamento dei quali nell’ambito dei Tribunali e della Procura ordinari si è già pronunziato un ramo del Parlamento, negli ultimi anni hanno visto aumentare a dismisura, anche per questo fenomeno, il numero degli affari civili e penali di loro attribuzione; uffici che purtuttavia non hanno goduto di alcun aumento di organico.
Per quanto concerne i reati comuni, sono numerose, presso la Procura di Messina, le iscrizioni nel periodo 1/7/2015 – 30/6/2016 per omicidio e tentato omicidio volontari, ma bisogna tener conto che, in parte, si tratta di fatti criminosi venuti alla luce in base alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e commessi in epoca antecedente al periodo di riferimento.
Il numero di procedimenti penali per reati di estorsione è pressoché corrispondente a quello dell’anno precedente, mentre si registra un aumento del 20% dei furti in abitazione. Quello dei reati di estorsione e furto, per i quali vi sono iscrizioni contro ignoti, è in aumento del 20%. Il fenomeno estremamente preoccupante è verosimilmente legato anch’esso al periodo di crisi economica.
Per i reati contro la Pubblica Amministrazione, va ricordato che in questi giorni si è concluso il processo c.d. “Corsi d’Oro 2”, mentre è in dirittura d’arrivo l’altro processo scaturito dallo stesso filone di indagini. Anche qui va ribadito che un’efficiente fisiologica attività di controllo preventivo all’interno della stessa, non solo potrebbe attutire il fenomeno, ma anche favorire l’attività repressiva.
Questa città piange ancora un volta i suoi caduti sul lavoro.
Anche in questo caso non si può che stigmatizzare una normativa per certi versi inadeguata sotto il profilo della prevenzione e dei controlli.
È significativo che l’attività delle nostre Procure sia stata improntata non solo all’accertamento dei reati in materia urbanistica, ma anche alla localizzazione di nuove discariche, allo stato di manutenzione dei corsi d’acqua e degli alvei torrentizi. Estremamente preoccupante è l’incremento delle notizie di reati in tema di violenza sessuale, stalking e maltrattamenti in famiglia. Reati che, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, possono generare a loro volta ben più gravi fattispecie criminose contro la persona.
Sul punto va segnalato che sono state create squadre investigative specializzate, coordinate dalla Procure, che permettono indagini rapide e conseguenti misure cautelari adeguate; misure il cui numero è aumentato nel periodo di riferimento.
Importante è la diffusione della procedura “Codice Rosa”; percorso dedicato alle donne e ai minori vittime di violenza che si avvia in ambito ospedaliero e poi prosegue con assistenza psicologica finalizzata alla denunzia di gravi reati.