Nel periodo ante e post 2014, il Comune di Messina ha prodotto nuovi debiti fuori bilancio per una cifra complessiva di circa 15 milioni di euro. Il dato è stato fornito, nel corso della conferenza stampa di venerdì mattina, dall’assessore Luca Eller, il quale non ha mancato di evidenziare che parte di questi debiti sono “germogliati” sotto l’amministrazione Accorinti (vedi qui).
I 15 milioni di euro si vanno ovviamente ad aggiungere alla già enorme massa debitoria di Palazzo Zanca, spingendo l’ente sempre più verso il dissesto finanziario.
Pronta o meno la delibera sul default, infatti, ciò che conta sono i numeri della crisi del Comune di Messina, giudicata dalla Corte dei Conti «irreversibile» solo qualche mese fa (vedi qui).
A proposito debiti fuori bilancio, è stata sempre la magistratura contabile nell’ultima deliberazione recapitata a piazza Unione Europea (vedi qui) – sulla scorta di quanto stabilisce il Testo Unico degli Enti locali- a dare agli amministratori di Palazzo Zanca indicazioni precise, che appaiono oggi più che mai attuali: « L'ente – si legge testualmente nella deliberazione n.91 – deve evitare l'insorgenza dei debiti fuori bilancio e procedere tempestivamente al loro riconoscimento, individuando puntualmente i presupposti, l'entità, il limite, le eventuali responsabilità, e quindi procedere al progressivo smaltimento della massa debitoria attraverso le risorse reperite in bilancio».
Per la Sezione di controllo della Corte dei Conti «non sono tollerabili omissioni o ritardi nelle attività propedeutiche di ricognizione e riscontro delle situazioni debitorie, nonché nella tempestiva predisposizione degli atti necessari al relativo riconoscimento».
Il Comune di Messina è dunque obbligato a riconoscere i debiti fuori bilancio mediante delibera di Consiglio Comunale e ad accertare l’esistenza di eventuali responsabilità. Deve cioè appurare se era possibile evitare l’insorgere di quel debito maturato al di fuori del sistema di bilancio, andando ad indagare – come specificano i magistrati contabili – soprattutto sull’attività dei dirigenti a capo dei vari Dipartimenti.
La Corte dei Conti evidenzia, infatti, che « costituisce grave irregolarità il mancato o non tempestivo adempimento alle suddette attività propedeutiche, tanto più in ragione del dimensionamento dei debiti dell'ente (migliaia di posizioni che meritano, ciascuna, i necessari approfondimenti), con conseguente responsabilità dei competenti organi (in primo luogo delle figure dirigenziali dell'ente cui compete, peraltro, ordinariamente la piena responsabilità e vigilanza sulla gestione amministrativa e finanziaria nel rispetto delle regole giuscontabili)».
Tocca adesso a sindaco ed assessori dare seguito a quanto rischiesto dai magistrati contabili poco più di due mesi fa.
Danila La Torre