Il Comune è «un ente strutturalmente deficitario». Pesano anche le spese di rappresentanza

Lo sforamento del patto di stabilità è stato il primo segnale, la recente ordinanza della Corte dei Conti il secondo campanello d’allarme, i timori del commissario Croce un preavviso, ma adesso a confermare che il 2011 è l’ annus horribilis del Comune c’è anche la relazione dei revisori dei conti, allegata al bilancio consuntivo presentato dall’amministrazione Buzzanca, che segna il cammino verso l’ormai inevitabile dissesto finanziario dell’Ente. Dal lavoro di analisi svolto da Dario Zaccone, Domenico Maesano e Giancarlo Panzera sulle tabelle dei parametri di deficitarietà strutturale, indicati dalla normativa nazionale, emerge che non sono stati rispettati 5 parametri su 10, «circostanza questa che – si legge testualmente nella relazione – attrae l’ente nella condizione di deficitarietà strutturale», per il mancato rispetto di almeno la metà dei parametri previsti.

Dalla relazione dei tre tecnici, si evince che a far sballare i conti è stato soprattutto il parametro 9 che verte sulle anticipazioni di cassa. «L’Ente – scrivono i revisori- fa costantemente e continuamente uso di tale strumento ed al 31.12.11, come d’altronde per l’esercizio precedente, non ha provveduto alla restituzione di quanto ricevuto in anticipo». Nel solo anno 2011, le somme anticipate ammontano ad oltre 36 milioni di euro. In pratica, il Comune – costantemente a corto a di liquidità, anche per l’incapacità di riscuotere le somme accertate, – si fa anticipare dalla tesoreria le risorse di cui necessita, con l’obbligo di restituirle e per di più maggiorate dagli interessi, che nei fatti si traducono in debiti. Conseguenza inevitabile è che «l’Ente, sebbene abbia fatto ricorso alle anticipazioni di tesoreria entro i limiti consentiti, è passato da una condizione di equilibrio ad una di notevole non equilibrio». Condizione questa in virtù della quale “scattano” i controlli previsti dall’art.243 del Testo unico degli Enti locali e che prelude al temuto quanto pare ormai imminente dissesto.

Ma come si è arrivati a questa drammatica ed irrimediabile situazione? Il Collegio dei revisori dei conti analizza -nella relazione lunga 60 pagine depositata alla Presidenza del Consiglio- tutte le criticità dell’ente, molte delle quali non fanno altro che richiamare quelle già evidenziate dalla Corte dei Conti ( vedi correlato). Così per gli ingenti debiti fuori bilancio; così per i rapporti finanziari con le società partecipate, caratterizzati da costanti disallineamenti nei rispettivi bilanci; così per il disavanzo di competenza e di amministrazione. Ma c’è una voce, legata ad una criticità, che balza agli occhi più delle altre e che ha la seguente dicitura: spese di rappresentanza. «Dalla verifica dell’elenco… fornito dal Collegio emergono discordanze tra la natura delle spese sostenute e quanto indicato dalla tabella stessa» prevista dalla normativa vigente, scrivono Zaccone, Maesano e Panzera, che già il nove agosto, con apposita nota, avevano contestato il modo di agire dell’amministrazione in carica .

Premesso che nel 2011 del spese di rappresentanza ammontano a circa 70 mila, i revisori stanno dicendo che quelle sostenute dall’amministrazione Buzzanca non rientrerebbero tra quelle così rubricate dalla legge. E proprio su questo punto interviene il coordinatore dei consiglieri del Pd, Felice Calabrò, che non le ha mandate a dire all’ex sindaco Giuseppe Buzzanca. «Può catalogarsi come spesa di rappresentanza – scrive Calabrò in una nota – il costo della pianta offerta per l’inaugurazione di un negozio/locale/supermercato a cui è stato invitato il primo cittadino? Possono essere intese come spese di rappresentanza i costi dei necrologi? ». Domande che adesso non potranno avere una risposta, non dal diretto interessato almeno, cioè l’ex sindaco della città proiettato e concentrato in ben altre questioni, quelle elettorali per l’esattezza.

Ma torniamo alla relazione dei revisori dei conti, finalizzata all’emissione di un parere obbligatorio ma non vincolante da allegare al bilancio consuntivo. Ebbene, nella sessantesima pagina del documento firmato dai tre revisori si legge che il parere è favorevole, pur se con una raccomandazione ben precisa: « si provveda – scrivono – ad adottare tutte le misure correttive necessarie ed improcrastinabili idonee ad indirizzare la gestione dell’Ente al mantenimento strutturale degli equilibri di bilancio».

Zaccone, Maesano e Panzera invitano inoltre «l’Ente a rispettare una rigorosa gestione garantendo una stretta osservanza delle misure sanzionatorie previste dalla legge per le violazioni del patto di stabilità e del mancato rispetto dei parametri di deficitarietà strutturale». (Danila La Torre)