Sentito e partecipato, è stato un successo il flash book organizzato dal movimento “Città aperta” di Barcellona Pozzo di Gotto per ricordare le vittime di mafia, e in particolare la strage di via d’Amelio. In tantissimi si sono riuniti in piazza delle Ancore, a Calderà, leggendo passi delle opere di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Adolfo Parmaliana, Beppe Alfano, Attilio Manca, Giuseppe Fava, Don Pino Puglisi, Claudio Fava, Danilo Dolci, Salvatore Borsellino e tanti altri.
Sono stati diversi i momenti significativi della vicenda. Su tutti, il discorso di Cettina e Biagio Parmaliana, moglie e fratello di Adolfo, il professore suicidatosi nel 2008 dopo aver combattuto aspramente contro la mafia e i suoi complici nelle istituzioni. Prima di togliersi la vita, Parmaliana aveva denunciato nella sua lettera d’addio “le connivenze, le coperture e le complicità” della mafia con “rappresentanti dello Stato corrotti e deviati”. Solo qualche giorno fa la Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione nei confronti dell’ex pubblico ministero Franco Cassata, che nel settembre del 2009 aveva diffuso un dossier anonimo proprio contro Parmaliana.
Aspettano ancora giustizia, invece, i familiari di Attilio Manca. A chiedere la verità sulla morte del giovane urologo, ritrovato morto nella sua abitazione a Viterbo, sono stati i genitori Gino e Angelina, che hanno sempre creduto in un omicidio di mafia: Manca avrebbe infatti eseguito una laparoscopia aBernardo Provenzano, e sarebbe stato poi ucciso per coprire la latitanza del boss.
Anche in quest’occasione, tuttavia, non sono mancate le polemiche politiche, con il consigliere di minoranza Raffaella Campo che ha definito “inspiegabile” l’assenza di altri consiglieri comunali (a parte Antonio Mamì) e dell’amministrazione all’evento. Alla manifestazione erano presenti indifferentemente rappresentanti e associazioni di destra e di sinistra, unite dal collante della lotta alla mafia, in tutte le sue espressioni.