MESSINA – Il centrosinistra, in attesa del ritorno “in presenza” del candidato sindaco Franco De Domenico, alle prese con il Covid, ha ufficializzato un altro assessore designato nell’eventuale squadra in caso di vittoria delle elezioni. Si tratta di Antonella Russo, già consigliera comunale in quota Pd da quasi dieci anni, presentata alla cittadinanza tanto da un De Domenico collegato, come sempre, da remoto, quanto da un’entusiasta Valentina Zafarana, vicesindaco scelto dal centrosinistra.
Le parole chiave della mattina sono state “trasparenza” e “verità”, perché sebbene non sia ancora stato sciolto il nodo delle deleghe, l’intervento di Antonella Russo si è concentrato sul piano di riequilibrio e sul bilancio, tema cardine per la città. La consigliera del Pd, infatti, ha ripercorso i passaggi che hanno accompagnato le varie delibere, dal 2012 a oggi, fino alla commossa diretta facebook di Cateno De Luca, attaccato proprio sui conti insieme al candidato sindaco del suo gruppo, Federico Basile.
“Antonella è stata molto attiva nel combattere la precedente amministrazione – ha esordito De Domenico nel presentarla – e la città ha bisogno di uomini e donne forti, che possano dare un contributo serio alla città. Per questo l’ho chiamata per far parte del mio gruppo di assessori, soprattutto per quanto fatto in questi anni. Il tema cruciale è quello del bilancio, perché mentre c’è chi dice che Messina è stata risanata a noi non sembra affatto così. Puntiamo a una città che cresca, dando servizi importanti, e vogliamo ci siano programmi credibili e attuabili, senza fare propaganda”.
Competenza e conoscenza sono, per il vicesindaco designato Zafarana, i punti cardine da cui partire per lavorare in caso di vittoria delle elezioni. “Un onore per me presentare Antonella – ha affermato – un avvocato impegnatissimo in città, consigliere comunale dal 2013. Lei conosce bene la macchina amministrativa, perché la conosce da dentro, e anche per questo potrà darci un grande contributo. Lavoriamo con competenza e conoscenza degli argomenti: è chiaro che i conti devono e dovranno quadrare, oggi e in futuro”.
Dopo, arriva il turno di Antonella Russo. Nessuna delega è stata ufficializzata, ma sembra chiaro che lei si focalizzerà sul bilancio. Il suo intervento verte per gran parte sui passaggi tecnici del piano di riequilibrio. “L’operazione verità è importante – spiega – perché Messina ha il diritto di sapere la verità sui conti del comune. Non sono le dirette Facebook a fare la verità”. Il riferimento a Cateno De Luca e al suo approccio social quotidiano è evidente.
Nel ripercorrere la storia del piano di riequilibrio Russo parte da dieci anni fa: “Il piano di riequilibrio si approva il 13 dicembre 2012. Il comune decide quindi di aderire in quell’anno e la prima delibera di piano decennale si approva nel marzo 2013. Il piano si rimodula nel settembre 2014. Poi nel febbraio 2015 e dopo ancora nel settembre 2016. E poi abbiamo una delibera di riformulazione del piano, di cui ci si avvale con la proposta di aumento del periodo di risanamento non più decennale ma ventennale. Una proposta bocciata dal consiglio. Nel 2018 inizia l’era De Luca. Nel luglio 2021 la Cospel (la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, ndr) dà parere positivo sull’invio al ministero. Ma poi arriva la relazione di fine anno con dei macigni sulla fattibilità del ‘Salva Messina.’ Il 31 gennaio 2022 De Luca si avvale della facoltà di rimodulare e lo fa nelle ultime ore. Ma intanto c’erano in ballo le sue dimissioni. Così l’1 febbraio la giunta approva l’ultimo piano di riequilibrio, 2014-2033. La delibera si approva solo in giunta. E poi De Luca, commosso dopo l’udienza video, dichiara di aver salvato Messina, ma di fatto il ‘Salva Messina’ non viene mai presentato alla Corte dei Conti. L’unica autorità che può decidere è la Corte, non Facebook. Finalmente il parere c’era, non era giunto il momento di attendere il confronto con la Corte? Non succede perché De Luca lo rimodula e poi si dimette”.
“Adesso siamo in una fase paradossale – prosegue poi Antonella Russo – perché il ‘Salva Messina’ non sarà giudicato, così come il piano di gennaio 2022 e tantomeno potrà attuarsi la facoltà di rimodulazione del Commissario, che avrebbe avuto bisogno di 150 giorni dall’insediamento, ma scatteranno quando ci sarà già un’altra amministrazione. Bisognerà quindi rimodularlo ancora. E prima dell’approvazione, o di avere una risposta, passeranno anni”. Il discorso della consigliera del Pd si focalizza anche sul tema passività, parlando di numeri “ballerini” e ripercorrendo i passaggi degli ultimi mesi, tra il caso della massa debitoria aumentata e poi diminuita, fino al peso dei debiti fuori bilancio. “L’operazione verità è necessaria”.
E poi, c’è spazio per l’attacco diretto a Federico Basile. “Ricordiamo che il candidato è Federico Basile, non Cateno De Luca – spiega Antonella Russo – e non si tratta di un soggetto nuovo, perché è stato nominato revisore dei conti già nel 2013, con la giunta Accorinti. E poi è stato anche presidente del collegio, cioè il massimo controllore dei conti del Comune già prima che arrivasse De Luca. E allora mi chiedo: dov’era? Ha firmato positivamente tutte quelle delibere, compresa quella del 2018 poi bocciato dal consiglio”. L’attacco a Basile è diretto: “Lui è la stessa persona che ha sposato le politiche di De Luca, lo stesso De Luca che voleva abolire il direttore generale quindi Basile. Il guardiano dei conti ha acconsentito all’aumento delle partecipate, ha bloccato e posticipato le assunzioni che hanno portato a una grave carenza di personale”.
Infine, Antonella Russo parla del nuovo volto che il centrosinistra vuole dare alle politiche di bilancio. “Avrà tre caratteristiche principali: trasparente, partecipato e di genere – annuncia l’assessore designato di De Domenico – Trasparente perché vogliamo discuterne con la cittadinanza. Va condiviso con i cittadini, va data accessibilità, promuovendo aiuti tecnologici per far vedere e controllare. Poi partecipato: il 2 per cento delle entrate deve andare alle proposte dei singoli cittadini. In questi anni si tratta di 120mila euro che rischiamo di perdere a luglio. E poi bilancio di genere: sono operazioni per far sì che le donne non siano ancora in condizioni di non parità. Un bilancio che tiene conto delle esigenze delle donne e che promuova la parità di genere. Quelle che proponiamo sono norme moderne”.