“No, non c’è un fatto particolare del quale vado più orgoglioso. Ma un comportamento: non ho mai raccomandato nessuno, né ho mai fatto nomi per dirigenze o cose del genere….”. Antonio De Luca (M5S), è al suo primo mandato all’Ars, approdato con 6. 950 preferenze e lo spirito di chi, soprattutto, sa che deve imparare, iniziare a conoscere il funzionamento dell’Assemblea più antica d’Italia.
“Ad esempio: ho imparato che ci sono due regolamenti. Il primo è il regolamento d’Aula che prevede una serie di regole procedurali, come il fatto che gli emendamenti si presentano in Commissione e seguono un iter ben individuato. Poi c’è il regolamento reale, che è completamente diverso da quello formale. Questa cosa la impari a tue spese quando t’impallinano gli emendamenti in Assemblea o vengono vanificati gli sforzi. Così il regolamento d’Aula, da buon avvocato, lo conosco bene, ma non mi faccio più fregare……e molti atti importanti li presento direttamente al momento del voto finale in Aula…E’ come con la mia professione. Puoi laurearti con 110 e lode in Giurisprudenza, ma solo la pratica in Tribunale ti fa diventare un bravo avvocato”
Per De Luca questi 3 anni e mezzo sono stati quindi un’esperienza significativa e formativa e li ha fatti anche all’interno di due Commissioni “pesanti” all’Ars: quella antimafia e quella alla sanità. Dopo le prime “scottature” sulle differenze tra i regolamenti formali e la prassi (come l’emendamento per i 600 mila euro destinati alla stabilizzazione degli orchestrali del Vittorio Emanuele), De Luca ha imparato a muoversi tra veterani dell’Ars e novellini. Come primo firmatario ha presentato 4 disegni di legge, 43 interrogazioni parlamentari, 11 mozioni e 6 ordini del giorno, ma come cofirmatario ha 210 disegni di legge, 883 interrogazioni ( e 167 interpellanze), 244 mozioni e 48 ordini del giorno. In vista della tornata finale, quella che porta alle Regionali del 2022 ha le idee chiare.
“C’è un’ incompiuta ma solo fino ad ora, perché farò di tutto affinchè diventi compiuta nei prossimi mesi: dare stabilità ai 150 precari del Cas. Non ci rinuncio, c’è chi è al Cas anche da 30 anni e nel frattempo si attinge alle agenzie interinali per far lavorare anche gli amici…”
In dirittura d’arrivo è invece uno dei cavalli di battaglia di Antonio De Luca: la legge per gli infermieri di famiglia e di prossimità, nell’ottica di una sanità meno ospedalizzata e più vicina al territorio. Un approccio domiciliare necessario in una società che ha visto aumentare l’età media e migliorare la qualità della vita.
“C’è poi la battaglia per le 30 ore ai veterinari che però è stata impugnata a causa della presunzione dell’Aula. E’ stato fatto l’errore di dare un aumento a pioggia a tutti i territori siciliani, invece non è così. La provincia di Messina è ampia e ci sono più allevamenti di transumanza, quindi per un veterinario si richiede più tempo più presenza e soprattutto in una distanza maggiore. Stiamo modificando la norma in modo che tenga in considerazione il reale fabbisogno delle singole province e questo sarà più equo sotto il profilo finanziario oltre che meno costoso”.
Sulla sanità si è impegnato nelle ultime settimane anche per salvare l’ospedale Papardo dalla mannaia dei tagli e sul no al ventilato Irccs al Policlinico. “Non si può smantellare nel silenzio il presidio della zona nord. Sto aspettando di verificare se davvero si è trovata una soluzione, altrimenti continuo. Sull’ospedale di Lipari invece in un anno dopo le proteste non è cambiato nulla, ma lì l’approccio deve essere completamente diverso. Sull’Irccs al Policlinico non ci sono proprio le basi e senza requisiti non andrà in porto. Il problema è che per anni i deputati messinesi hanno preferito svendersi per un paio di primari in cambio. E il metodo non riguarda solo la sanità”.
Su cardiochirurgia pediatrica che è a Taormina ma sempre in procinto di essere smantellata Antonio De Luca aveva individuato una soluzione tenendo anche in considerazione il fatto che in Calabria non c’è. “L’idea era quella di spostare al Policlinico la cardiochirurgia pediatrica di Taormina che è un’eccellenza, in modo da servire i due bacini della Sicilia orientale e della Calabria, anche attraverso 3 ambulatori sull’altra sponda, lasciando quindi a Palermo il secondo polo. Insieme all’ex dg del Policlinico Laganga ne parlammo con Cotticelli che era commissario della sanità in Calabria, l’allora ministra Grillo, il rettore Cuzzocrea e l’assessore Razza. Poi Laganga se ne andò, la ministra venne sostituita, in Calabria è successo quello che è successo……”
Pessimo il giudizio sulla giunta Musumeci che in particolare secondo il deputato pentastellato ha mortificato Messina in tutte le questioni possibili, dall’Autorità Portuale alle risorse promesse per la zona falcata e per l’ex ospedale Regina Margherita, fino alle somme per le cave di Lipari unico parco che manca all’appello o al silenzio sulle sorti del punto nascita di Sant’Agata di Militello o alle lentezze al Porto di Tremestieri.
“C’è solo la smania inaugurale di tagliare nastri per opere immobili. Stanno chiudendo peggio di Crocetta….Musumeci lo stanno lasciando solo, mi sembra quei nobili decaduti che si presentano ancora in frack ma hanno la casa distrutta rimasta senza mobili. La partita me la voglio vedere fino alla fine”.
Dalle parti dei 5stelle ancora non c’è nessuna decisione. Cancelleri nei mesi scorsi aveva ipotizzato la terza candidatura per la presidenza della Regione. Nel frattempo Claudio Fava si è candidato puntando ad essere il riferimento del centro sinistra e con il Pd il M5S ha avviato un dialogo. Miccichè ha lanciato la tentazione del modello Draghi senza però riscuotere entusiasmo.
“Mi sono sempre chiesto se è meglio lasciar governare il cattivo da solo o governare con il cattivo, ancora non sono riuscito a decidere. Può andar bene riunire il centro ma senza venir meno ai nostri principi, non esageriamo….Sui nomi ancora è presto secondo me”.
L’ultima dichiarazione è sul Nemo Sud che il 30 giugno chiuderà il centro d’eccellenza: “Diciamolo chiaramente: Nemo non è il Policlinico, non è l’Università, non sono i professori, i medici, Nemo sono i pazienti ed io difenderò i pazienti. Sempre”.