TUSA – Un docu film per raccontare tante cose: la bellezza, la lotta quotidiana di un uomo per difenderla e diffonderla, l’uomo stesso. Un racconto che si snoda lungo la pirandelliana vicenda giudiziaria di Fiumara d’Arte, il museo a cielo aperto voluto dal mecenate Antonio Presti, bollato come abusivo dalla giustizia italiana.
“L’eresia della bellezza, storia di Fiumara d’Arte” è disponibile sulle piattaforme ed è siglato da Luca Di Molfetta che ne cura la regia. Sulle immagini delle grandi sculture del parco di Land Art della Fiumara d’Arte si alternano le voci degli intervistati (Graziano Marini, Adriana Polveroni, Antonino Saggio, Giusi Diana, Emilia Giorgi, Laura Anello) che spiegano cos’è la Fiumara d’Arte e chi è Antonio Presti, il mecenate che ha commissionato e fatto costruire tutte le opere.
Un mecenate determinato e sognatore, che preferisce definirsi “eretico”. Dal 1986 invita i più grandi artisti del mondo a collaborare nella creazione del parco della Fiumara d’Arte. A questa storia di rivalutazione territoriale si contrappone la vicenda giudiziaria che portò Presti ad essere condannato per abuso edilizio e poi essere assolto, dopo molto tempo, con una sentenza che ha fatto giurisprudenza.
“Pur amando da sempre la Sicilia in modo viscerale – dichiara il regista Di Molfetta – ho scoperto con colpevole ritardo dell’esistenza di questo luogo dell’anima che è il parco della Fiumara d’Arte e ne sono stato immediatamente rapito. Devo ringraziare Claudio Sorace che per primo ha avuto l’idea di fare un documentario che raccontasse i diversi temi che sottendono alla straordinaria parabola che è l’attività artistica di Antonio Presti e alla sua pragmatica e fattuale visionarietà: l’arte nello spazio pubblico e la sua funzione sociale, il mecenatismo, l’eresia, la lotta alla mafia e la storia siciliana degli anni ‘80, il turismo d’arte e di prossimità. Una grande storia siciliana ed italiana di sogni, di lotte e di riscatto in nome della Bellezza”.
“Desidero esprimere la mia gratitudine – sottolinea l’artista-mecenate Antonio Presti – alla produzione Twister Film, il regista Luca Di Molfetta, Claudio Sorace, per avere restituito in questo racconto la mia storia con le voci autentiche di quel periodo, le contrapposizioni, il valore della differenza, il valore di una vita che sono riuscito a portare avanti soltanto ringraziando l’ingratitudine. É ringraziare l’ingratitudine che si dà la forza di andare avanti e di superare tutte le prove. Questo documentario restituisce, a volte con la sua drammaticità, un racconto di etica ed estetica, un racconto che parla di una Sicilia contemporanea che trova nella resistenza il suo valore di essere differenza”.