Arresti al Consorzio Autostrade Siciliane. La Dia di Messina e il Centro Operativo di Catania, all'alba di oggi, hanno bussato alla porta di funzionari dell'ente di Contrada Scoppo e imprenditori, accusati di turbata libertà degli incanti, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione.
Al centro dell'inchiesta la figura dell'arch. Letterio Frisone (vedi articolo correlato), per il quale è stato disposto il sequestro preventivo dei beni fino ad un massimo di 100mila euro.
Otto le misure: oltre al funzionario del Cas, gli imprenditori della Teknogest che fa capo al gruppo dei costruttori fratelli Nino e Giacomo Giordano. Nel mirino, l'appalto per la sorveglianza (articolo correlato).
I tre sono finiti ai domiciliari insieme a Ettore Filippi, Francesco Duca, Rossella Venuto, Giuseppe Iacolino e Filadelfio Scorza. Stop per due mesi alle attività imprenditoriali di Andrea Valentini e Antonio Chillè.
L’operazione fa luce sul cono d’ombra in cui hanno operato funzionari e imprenditori coinvolti negli appalti truccati nel settore dei lavori sulle autostrade siciliane. L'attenzione degli inquirenti si è focalizzata in particolare sul ruolo dei cosiddetti colletti bianchi.
Numerosi i bandi passati al vaglio dagli investigatori tra quelli varati dal Consorzio negli ultimi 3 anni. Nell'estate del 2013 il Governo aveva stanziato ben 60 milioni di euro per far fronte alla scarsa manutenzione sulle Messina-Palermo e Messina-Catania. Fondi da distribuire in opere importanti, a cominciare dai 5 milioni di euro "tampone" per il viadotto Ritiro e i 29 milioni per l'appalto integrato dei nuovi svincoli. Dopo lo stanziamento il Governatore regionale Rosario Crocetta si era recato nella sede del Cas, raccomandando di adoperare il denaro proprio per garantire standard di sicurezza adeguati.
L'indagine, come detto, ruota intorno all'appalto per la sorveglianza assistita sulla A 18 Messina Catania e Siracusa – Rosolini e sulla A 20 Messina – Palermo. Appalto inizialmente andato all'impresa Ventura, poi revocato perché all'azienda, in quel momento impegnata all'Expo, era stata notificata una interdittiva prefettizia antimafia (successivamente cancellata). In seconda battuta il bando era andato alla Eurotel di Agrigento, ma anche questa volta era stato revocato, anche su input del Governatore Crocetta. E' a questo punto che entra in scena Giordano, insieme al milazzese Duca, che in Ati si aggiudicano l'appalto.
Gli agenti della Dia, intercettando il costruttore e pedinandolo, hanno svelato che i costruttori che hanno partecipato al bando avevano concordato le offerte, le "buste" da presentare con i ribassi, cosi' da pilotare la gara. In più il funzionario incaricato, Frisone, avrebbe incassato 100 mila euro in contanti e i lavori di ristrutturazione di una villa a titolo di "mazzetta". Il bando era stato cosi' finalmente "sdoganato", e Frisone avrebbe anche ottenuto il "recupero" delle ditte inizialmente escluse: i lavoratori delle imprese subentrate erano gli stessi inizialmente impiegati dalla Ventura.