Non ci si può più esimere dal tentare di formulare un’analisi quanto più possibile realistica e sincera della situazione politica del PD messinese.
E tale analisi, evidentemente, non può prescindere da alcune riflessioni in ordine ai fatti giuridici che hanno coinvolto il maggiore esponente del partito in città e provincia.
Piena fiducia nel lavoro della Magistratura. La presunzione d’innocenza non è una libera scelta del singolo ma è un obbligo morale e costituzionale per tutti.
Alla fine dei tre gradi di giudizio, Se e Chi dovrà pagare il conto con la giustizia sarà certamente chiamato a farlo. Nel frattempo, prendo atto e apprezzo l’autosospensione dal partito e dal gruppo parlamentare. Tuttavia, al netto di valutazioni giuridiche che non mi competono, non si è disponibili, però, a “processi politici di piazza” da parte di improvvisati moralisti che mirano a denigrare un’intera classe dirigente. Perché ognuno porta in dote la testimonianza del proprio impegno personale in ogni azione della propria vita sociale e politica.
Da molti anni, ormai, sono impegnato “sul campo”, per la città, nei quartieri e nelle periferie, spesso in prima linea per ridurre le distanze tra cittadini e istituzioni. Con questi espliciti obiettivi e senza falsi infingimenti ho posto le basi per avviare un progetto per la città, ricercando costantemente la sintesi con tutti coloro che condividono gli stessi principi. Il PD che immagino è un partito scevro da personalismi, ampiamente rappresentativo, concreto e determinato nella ricerca delle soluzioni ai problemi, vicino alle reali esigenze della gente, punto di riferimento e motore della vita politica cittadina.
Propositivo e responsabile nella individuazione e nel perseguimento degli interessi primari del cittadino. L’attuale situazione economico-finanziaria in cui versa la nostra città impone la presenza di un PD che sappia esercitare azioni politicamente mature e costruttive, che possano colmare l’assenza di una seria visione programmatica di sviluppo, carente in seno alla attuale amministrazione comunale.
Per far questo, corre l’obbligo morale, all’interno del partito, di ricercare, con insistenza, le motivazioni che uniscono più di quelle che dividono, utili per la ricostruzione di un partito locale che, non appare superfluo sottolineare, ha bisogno del buon senso e della fattiva collaborazione di tutte le componenti interne, purché scevre da preconcetti e facili opportunismi.
Felice Calabrò