Aspettavano un miracolo i contadini che, nel 1600, lavoravano nei campi di quell’area dove adesso c’è Villa Dante, Provinciale, il cimitero. Erano tempi duri, soprattutto mancava l’acqua ed i contadini si affidarono alle preghiere ed alla Madonna.
E l’acqua alla fine arrivò. Fu trovato un pozzo che portò nuova vita e speranza.
Così, come suggerito dai principi Alliata, proprietari dei terreni, lì dove c’era il “pozzo del miracolo”, fu realizzata una cappella che i contadini dedicarono alla Madonna dei miracoli. Gli Alliata donarono anche un quadro che raffigura la Madonna delle Grazie in segno di devozione. Successivamente la cappella divenne chiesetta. Narrano i fedeli che il ritrovamento del pozzo fu soltanto il primo di una lunghissima serie di miracoli, come attestano anche gli ex voto raccolti col trascorrere dei decenni.
La cappella del 1600 non c’è più, son trascorsi secoli, terremoti, guerre, ma al suo posto c’è la Chiesa dei miracoli, esattamente lì dove i contadini trovarono l’acqua. La Chiesa è stata realizzata proprio alle porte della zona sud di Villa Dante e per i residenti di Provinciale rappresenta il cuore di una fede mai sopita.
Quel luogo di culto è oggi quel che per i contadini fu la cappella, rappresenta le radici del quartiere e per migliaia di famiglie. La Processione, che si tiene ogni anno la seconda domenica di agosto, vede la presenza di 40 mila fedeli ed i portatori sono tutti operai, pescatori, esercenti, della parrocchia che tramandano di anno in anno la tradizione.
Eppure quella Chiesa dei miracoli rischia di essere inghiottita dal silenzio e morire lentamente per inattività.
Sul finire degli anni ’90 e l’inizio del 2000 la Curia decise di affidare la Chiesa alla parrocchia di San Pietro e Paolo, accorpandola. La gestione divenne complessa anche a causa di alcuni contrasti sorti tra i laici ed il parroco di San Pietro e Paolo, così, nel 2006 l’allora arcivescovo Marra affidò la Chiesa dei miracoli ad un commissario, Ubaldo Vinci, che se ne occupò (su richiesta del successore di Marra, La Piana) per sei anni.
“I fedeli sono a migliaia, legatissimi alla Chiesa ed alla Madonna, basta guardare le foto non solo delle Processioni, ma persino della stessa novena e della varie celebrazioni- racconta Vinci- Da commissario ho ripristinato il pozzo che ricorda quel miracolo del 1600, ho ripreso anche le vecchie campane, creato la cappella dell’adorazione e la stanza della confessione. Siamo riusciti a restaurare anche il quadro della Madonna delle Grazie, così come un’acquasantiera del seicento. Insomma ho cercato di rinsaldare quel legame iniziato tanti secoli fa”.
Il quadro, secondo Ubaldo Vinci, è stato dipinto da Mattia Preti, giacchè grazie al restauro sarebbe emerso il simbolo che l’artista utilizzava per firmare le sue opere (la piccola testa in un angolo che lo raffigura).
“Avevo affisso anche un cartellone in modo che le offerte fossero chiare e con gli ex voto, che sono davvero migliaia a dimostrazione della grande fede e dei piccoli e grandi miracoli che ci sono stati, ho fatto creare due teli. Quanto alle celebrazioni c’era un accordo con i Comboniani ed i Salesiani che garantivo la Messa puntualmente. In quegli anni non è mai mancata una Santa Messa”.
Finito il commissariamento della Chiesa però, dal 2012 ci sono state fasi alterne, la Chiesa è stata affidata dapprima ad un cappellano militare, padre Bisicchia, poi a padre Augusto ed a padre Dario.
“Da 8 mesi non c’è più nessuno-conclude Ubaldo Vinci- Ho chiesto molte volte un incontro all’amministratore ecclesiastico Benigno Papa e più di recente all’arcivescovo Accolla. Ma finora non ho ricevuto risposte. L’appello è di tutta la comunità: salvate la Chiesa, non fatela morire. Le messe non si celebrano più con continuità, la Chiesa è spesso chiusa, resta aperta solo negli orari delle messe che sono garantite dai padri del Preziosissimo sangue di San Gaspare che gestiscono la parrocchia di Santa Maria del Gesù a Provinciale. L'impegno assunto sarà fino a fine giugno. E poi? Che accadrà per la Processione? La Chiesa peraltro è l’unica ad essere stata costruita senza scale, quindi potremmo dedicarla ai malati, a tutti quelli che sono diversamente abili”.
I portatori sono pronti a presentare un appello, sottoscritto anche dai fedeli, affinchè un legame nato in uno dei momenti più dolorosi per la comunità non venga reciso per inedia o per mancanza di attenzioni.
Quel pozzo nel cuore di Provinciale “zampilla” ancora speranza e fede.
Rosaria Brancato