Un incontro per prevedere una proroga dei commissari Ato e dei conferimenti nelle discariche esistenti, in scadenza giovedì. A chiederlo l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, tramite una nota inviata all’assessore regionale Vania Contrafatto.
RISCHIO EMERGENZA RIFIUTI e IMPIANTI per la RACCOLTA DIFFERENZIATA
“L'assoluta impossibilità di una reale operatività in tempi brevi delle Srr (Società per la regolamentazione dei rifiuti), la mancata approvazione dei piani Aro (Ambiti di raccolta ottimale), l'inadeguatezza degli impianti di trattamento e smaltimento presenti sul territorio siciliano ed il mancato decollo dei piani di raccolta differenziata – sottolinea Ialacqua – rischiano di causare l’ennesima emergenza rifiuti con gravi ripercussioni igienico-sanitarie, economiche e sociali. Tale proroga andrebbe varata contestualmente ad un crono-programma che consenta nell'arco di 12 mesi, con scadenze perentorie, di fare fronte alle numerose criticità che attualmente impediscono agli enti locali di gestire in maniera adeguata il ciclo dei rifiuti secondo normativa. In questo arco di tempo – continua l'assessore all'Ambiente – sarebbe necessario accelerare le procedure di completamento e/o attivazione degli impianti e progetti già in itinere (impianti di compostaggio, piattaforme integrate, progetti di raccolta differenziata, ecc…) che consentirebbero finalmente alla Sicilia di passare dall'emergenza all'eccellenza, attuando al contempo quanto già preannunciato dal Governo siciliano, ovvero l'applicazione di penali crescenti per i Comuni che non dovessero raggiungere livelli di raccolta differenziata secondo legge”.
SISTEMA SRR A RISCHIO STESSI ERRORI DEL SISTEMA ATO
“Durante i 12 mesi di proroga che proponiamo – prosegue l’assessore – riteniamo sia necessario rivedere la legge di riforma della gestione dei rifiuti, la legge regionale numero 9 del 2010, in particolare per quanto riguarda le Srr in quanto, seppure tale nuovo istituto presenta forti innovazioni rispetto alle autorità d'ambito ora abrogate, rappresentano a nostro avviso un ulteriore elemento di confusione di responsabilità nella gestione dei rifiuti, ponendo le basi per riprodurre gli stessi errori del sistema basato sulle Ato che ha deresponsabilizzato gli enti locali aderenti (ci pensa l'Ato, è colpa dell'Ato, paga l'Ato, ecc..) creando le condizioni per uno spaventoso buco economico e l'ingestibilità del sistema. Le Srr danno vita, a nostro avviso, – conclude Daniele Ialacqua – a nuovi soggetti intermedi che ‘impongono’ la loro volontà sui Comuni obbligati ad aderirvi, si sovrappongono alla gestione dei rifiuti da parte dei Comuni singoli o aggregati in Aro e non hanno adeguata autonomia finanziaria”.
IL COMUNE di MESSINA, la RACCOLTA DIFFERENZIATA e la DISCARICA di PACE
Dal generale al particolare. Il Comune di Messina chiede che si accelerino i tempi regionali per la raccolta differenziata su metà della cittadinanza, l’attivazione di un impianto di valorizzazione del secco, la messa in sicurezza di Portella Arena e l’avvio dei lavori della discarica di Pace. “Il Comune di Messina, che per gravi responsabilità passate non ha attuato negli anni una politica di gestione dei rifiuti secondo normativa (nessun impianto di gestione sul proprio territorio, scarsi livelli di raccolta differenziata, elevati costi di gestione) – conclude Ialacqua – ha oggi la possibilità di poter chiudere il ciclo dei rifiuti all'interno dei propri confini, se solo si accelerassero i tempi delle procedure regionali relative a provvedimenti in itinere da tempo e che consentirebbe al nostro Comune di attivare nell'arco di pochi mesi un piano di raccolta differenziata spinta per circa la metà della cittadinanza, l'attivazione di un impianto di valorizzazione della frazione secca della raccolta differenziata da mettere al servizio anche dei comuni limitrofi, l'avvio dei lavori della piattaforma integrata di Pace che prevede un impianto di biostabilizzazione, di trattamento del percolato e di discarica, la messa in sicurezza della vecchia discarica comunale di Portella Arena e la sua rinaturalizzazione”.