Confermata in appello la condanna ad otto mesi di reclusione gli architetti Lino Siclari, Emanuele Bucalo e Giuseppe Cattafi, coinvolti nel processo per la morte del sub Mauro Falletta, travolto nel 2006 da uno yacht pirata al largo di Vulcano.
I tre erano accusati di favoreggiamento personale nei confronti di Francesco Carlo Maria Bonaccorsi e Martino Bianco, imputati della morte di Falletta perché a bordo del natante che lo aveva falciato. Secondo la procura, il Patron dell’Aicon e i due ingegneri avevano difatti tentato di eludere gli accertamenti degli investigatori su Bianco e Bonaccorso.
Al termine del processo d’appello giunge così la conferma di quanto era stato sentenziato nel dicembre 2015 dal giudice monocratico di Barcellona, Giuseppina Abate: 8 mesi di reclusione.
LA VICENDA. Il medico torinese Falletta fu travolto ed ucciso da uno yacht pirata poco dopo essersi immerso al largo di Vulano. Era il 13 luglio 2006. Il natante venne poi individuato grazie alla testimonianza di un ingegnere che dal balcone di casa, sull’isola, aveva vista la scena. La Procura di Barcellona aprì così una inchiesta ed arrivò ai due che avevano noleggiato la barca, anche sulla scorta delle celle di aggancio dei loro cellulari.
Malgrado la ritrosia dei dipendenti dell’azienda che aveva noleggiato l’imbarcazione, dopo sette anni di indagini difficili, gli inquirenti chiusero il cerchio su 11 persone accusate a vario titolo di omicidio colposo, favoreggiamento è falsa testimonianza.