“Sono un’attrice. No, non ridete. Questa non è una battuta. E se riesco a non farvi capire quanto mi faccia male quando mi prendete in giro per questo mio mestiere, ecco, è perché so interpretare il mio ruolo, perché recito; perché sono un’attrice”.
È il monologo, serio intimista e incisivo, di Gaia Scorza che conclude “Suore Ebbasta” dei “Barcollanti”, un’ora e mezza di cabaret esilarante, completamente inedito, vibrante di testi originali e battute strappa-risate, cucito dalla giocoleria di parole e canzoni stile Oblivion di Davide Caputo e dalle cover suggestive de “I 2 perché” (Silvia La Face e Riccardo Ingegneri).
Il doppio sold out e le continue ovazioni tributate a “Suore Ebbasta” al piccolo Teatro della Luna Obliqua inaugurano nel migliore dei modi “La Stagione della Luna” di Sasà Neri. Tutto, dai testi ai costumi, dai movimenti scenici alle caratterizzazioni è frutto della creatività e del lavoro degli stessi attori. Che in scena sorprendono ben oltre il previsto, con la giusta dose di politicamente scorretto, tra ritmo serrato, cast a incastro e la vis comica straripante persino dai più “insospettabili”.
Ma c’è di più. Anziché essere l’uno la replica dell’altro, i due spettacoli, quello del sabato sera e quello della domenica pomeriggio, sono totalmente diversi. Gli sketch erano troppi per andare tutti in una sola tornata. E troppo buoni perché Sasà Neri si convincesse ad eliminarli dalla scaletta.
Si passa dai due sketch con la suora rap che danno il nome allo spettacolo (Laura Motta e Sabrina La Bella con Simone Siclari, Ferdinando Crisafulli, Francesco Gerbino, Roberta Messina, Carol Minutoli, Eleonora Mondello) alla storia di Suor Dinazione (Arianna Cama), dalla suora romana che si confida al telefono con Gesù (Mariangela Bruno) alle due suore danzatrici (Emilia Cacciola e Miriana Saja), dalla ballerina sexy che racconta le vicende della Compagnia dei Balocchi (Laura Fiorello) all’interrogatorio con macchina della verità (Giorgio Galipò con Francesco Gerbino e Davide Caputo), dall’attrice che bisticcia con la sua ansia (ancora Gaia Scorza con Alice Ingegneri), alla moglie gelosa del gangster (Nicoletta Tranfo ancora con Davide Caputo), dal ragazzo in lite con la madre (Santi Lembo ancora con Alice Ingegneri) al prete che balla sbagliando il sermone (Giuseppe Messina).
E nel gran finale, tutti a sorpresa sul palco (raggiunti da Marina Cacciola, Chiara Frisone, Alessandra ed Elisabetta Gugliandolo, Caterina Pastura, Aurora De Domenico, Viviana Romano e Noemi Trifirò) per cantare “Hail Holy Queen” (da Sister Act), anteprima di “Sono solo quattro sorelle”, il musical della Compagnia dei Balocchi a debutto il 22 novembre al Teatro Annibale con Margherita Frisone protagonista, la regia di Sasà Neri e la direzione musicale di Giulio Decembrini (info e prenotazioni tel. 340.9391685).