L’ora X è arrivata. Poche ore ed il Comune dovrà presentarsi dinanzi alla Corte dei conti con tanto di relazione che descriva in modo chiaro quant’ è grave la situazione economico-finanziaria dell’ente, nei fatti già ad un passo dal dissesto. A Palermo, si recheranno i dirigenti Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo ed il commissario straordinario Luigi Croce, che – secondo voci circolate insistentemente in questi giorni – avrà sotto braccio una seconda relazione, elaborata dai suoi esperti.
Il documento “ufficiale” resta però quello prodotto dai dirigenti dell’area economica, con il visto del Collegio dei revisori dei conti. E sul contenuto è trapelata già qualche indiscrezione. Nella relazione, Coglitore e Di Leo informano la Corte dei Conti della bocciatura del Consuntivo 2011 da parte del Consiglio comunale, ieri approvato dal commissario ad acta Giuseppe Terranova, e dell’impossibilità di chiudere il bilancio di previsione 2012 vista la persistente discrasia esistente tra le entrate e le spese, con una differenza a favore delle uscite che supera i 70 milioni di euro, come evidenziato in una recente nota firmata dal ragioniere generale (vedi correlato) . Inseriscono, poi, le proiezioni sulle riscossioni dei tributi (soprattutto Tarsu e Imu).
Quel che viene citato ma non approfondito nella relazione è il tema scottante delle partecipate: Coglitore e Di Leo includono le società partecipate tra spese dell’ente, illustrando cioè quanto costano al Comune in base alle cifre inserite nei bilanci comunali , ma non dicono nulla sui debiti, che Palazzo Zanca non riconosce perché non certificati, a causa della mancata approvazione dei bilanci. La reale massa debitoria delle società a partecipazione comunale (Ato, Messinambiente, Atm, Amam, pur con dei distinguo tra queste aziende pubbliche) resterà, quindi, un mistero per la Corte dei conti. Secondo Coglitore, l’unico modo per quantificare ed accertare i debiti delle partecipate, soprattutto per quel che riguarda Atm e Messinambiente, è quello di avviare le procedure di liquidazione, ad oggi ferme al palo: solo un commissario liquidatore può fare definitiva chiarezza sui conti e sui buchi delle partecipate.
E, a proposto di buchi, sta per crearsene un altro nelle casse comunali, di circa 25 milioni di euro. E’ quanto emerge dalla corrispondenza tra Coglitore ed il dirigente ai Tributi, Romolo dell’Acqua. Il 5 ottobre scorso, il ragioniere generale scriveva a dell’Acqua per fargli presente di essere impossibilitato a pareggiare il bilancio di previsione 2012, anche in considerazione delle ultime disposizioni normative in materia finanziaria, per le quali gli enti locali iscrivono nel bilancio di previsione un fondo svalutazione crediti non inferiore al 25% dei residui attivi afferenti e antecedenti al 2006, che tuttavia -previo parere motivato dell’organo di revisione – possono essere esclusi sulla base di calcolo nel caso in cui i responsabili dei servizi abbiano analiticamente certificato la perdurante sussistenza delle ragioni del credito e dell’elevato tasso di riscuotibilità.
Il ragioniere generale invitava, quindi, Dell’Acqua a procedere alla certificazione, ma il dirigente ha risposto di non essere nelle condizioni di certificare la perdurante sussistenza delle ragioni del credito e dell’elevato tasso di riscuotibilità, «anche in considerazione che trattasi di residui attivi che ineriscono partite iscritte a ruolo che hanno già subito una significativa evoluzione in termini di cassa e registrato una limitata movimentazione negli anni trascorsi». Una doccia fredda, dunque, per il Comune, che vede sfumare l’occasione di cogliere quest’opportunità offerta dalla recente legislazione.
All’ente di Palazzo Zanca non resta che attendere notizie da Palermo e dalla Corte dei Conti, che domani passerà ai raggi X i conti del Comune e nei prossimi giorni indicherà qual è il percorso da intraprendere. (Danila La Torre)