Le storie sono quelle d’imprenditori del Sud che hanno preso a “morsi” gli ostacoli, le paure, le criticità del territorio, e hanno scritto con le loro vite modelli esemplari, innovativi.
Sono storie semplici di chi ha iniziato da pescatore, da “cercatore di capelli”, da garzone, per poi costruire aziende che alla solidità economica hanno aggiunto l’umanità, la costruzione dei valori della solidarietà e della crescita comune.
La presentazione del libro “Santi, eroi imprenditori”, scritto da Iadicicco e Bachetti, è stata un’unica cosa con l’inaugurazione della sede provinciale di Messina dell’Anpit, l’Associazione nazionale per l’industria e il terziario. Il libro infatti è il racconto di quel tessuto imprenditoriale che l’Anpit sostiene.
A tagliare il nastro è stato il presidente nazionale di Anpit Federico Iadicicco, alla guida di un’associazione che punta ad un modello di nuove relazioni industriali e welfare aziendale. La sezione di Messina, diretta dall’avvocato Lidia Dimasi, si aggiunge alle oltre 60 operative in Italia a servizio di 30 mila aziende già aderenti.
I nuovissimi e accoglienti locali di via Luigi Cadorna 2 sono stati inaugurati dal presidente nazionale dell’Associazione, Federico Iadicicco, insieme alla responsabile provinciale Lidia Dimasi, avvocato e docente al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina.
Presenti il consigliere nazionale del sodalizio Daniele Saponaro e i dirigenti regionali Anpit, Alberto Saitta, della sede di Palermo; Giovanni Greco (Catania); Giacomo Vinci (Siracusa); Attilio Parisi (Caltanissetta) e il presidente Anpit di Reggio Calabria, Giuseppe Quattrocchi.
L’Associazione nazionale per l’industria e il terziario ambisce ad essere un punto di riferimento per imprese e aziende, anche in Sicilia, con un approccio moderno a supporto di imprenditori e lavoratori, nel sempre più complesso mercato del lavoro e della contrattazione collettiva nazionale.
‹‹Siamo molto soddisfatti dell’apertura di una nuova sede nell’Isola e, in particolare, a Messina – afferma il presidente Federico Iadicicco – un contesto sociale ed economico difficile, appesantito da un quadro macro economico ancora più problematico, che ha reso le aziende soggetti molto fragili. Come Anpit abbiamo fatto del radicamento la nostra principale ragione d’esistenza, per aiutare in modo efficace le aziende nella contrattazione di secondo livello, offrire servizi e opportunità››.
Il presidente nazionale evidenzia come l’Anpit aiuti le imprese a crescere e a strutturarsi, con particolare attenzione all’organizzazione del lavoro, elemento considerato fondamentale, perchè un’organizzazione che si basa anche sulla partecipazione dei lavoratori alle scelte delle aziende, è in grado di vincere.
Non a caso, anche nelle storie degli imprenditori raccontate nel libro (scritto da Iadicicco insieme a Marco Bachetti), l’elemento in più che ha consentito strategie di sviluppo è stato un diverso rapporto con i lavoratori, visti come pilastri e parte della famiglia.
“Non più conflitto permanente tra lavoratori e imprenditori, come è avvenuto nel secolo scorso- ha spiegato ancora Iadicicco- ma lavoratori e imprenditori assieme per costruire un futuro migliore per quest’Isola e per l’Italia››.
La responsabile provinciale di Messina, Lidia Dimasi, non ha nascosto la soddisfazione: ‹‹É un impegno entusiasmante, oltre che ambizioso in un comprensorio dove le aziende non sono ancora preparate su argomenti quali gli strumenti contrattuali e vedono con un po’ di riluttanza l’applicazione di un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro. Anpit ha costruito un modello nuovo di relazioni industriali e punta molto sul welfare aziendale, ovvero una forma di sostegno ai dipendenti che eroghi beni e servizi completamente detassati. Un vantaggio fiscale per le aziende e un’opportunità per i lavoratori che vedono detassati i loro proventi››.
IL LIBRO – La serata è proseguita con la presentazione, alla Feltrinelli Point, del libro di Federico Iadicicco e Marco Bachetti, ‘Santi eroi imprenditori’ (edizioni Historica), al quale è intervenuto lo stesso Iadicicco che ha conversato con i giornalisti Rosaria Brancato, Tiziana Caruso e Davide Gambale.
Un testo che ha animato un dibattito centrato sull’importanza di tornare a pensare un’economia che guardi ai valori morali e non solo a fare profitto, e capire che pure questi sono profitto e ricchezza. Un’impresa che ritrovi esempi virtuosi di uomini i quali, insieme alle loro aziende, hanno fatto crescere rapporti umani e territori, proprio come i protagonisti delle storie raccontate nel libro.
Da Lisciani al “Re del pesce spada”, da Novembre ai no global del Cilento, sono tutte storie del Sud, storie di persone che hanno iniziato dalla terra, dalle loro stesse mani, dalla tenacia e che solo contando sulle loro forze sono riusciti ad abbattere ogni muro.
Vanno controcorrente perché non delocalizzano, restano qui, instaurano un rapporto diverso con i dipendenti, “creano” ricchezza anche umana.
Storie che infondono speranza in una terra che è costretta a chiamare “eroi” quegli imprenditori che decidono di non andar via, nonostante la burocrazia, l’abisso infrastrutturale, gli ostacoli culturali e di mentalità. E tracciano un percorso, un’alternativa.
Rosaria Brancato