di Giuseppe Fera*
MESSINA – Un poco in sordina e in presenza di una sostanziale indifferenza della pubblica opinione cittadina e provinciale, si realizzerà a giorni un evento che ritengo importante e significativo per la vita della comunità messinese. Mi riferisco alle elezioni del nuovo Consiglio provinciale dell’Ordine degli Architetti che si terranno dal 27 al 31 di questo mese.
Lo so, mi si dirà, parli così perché sei architetto; mi sento di poter tranquillamente dire che è vero, parlo da architetto proprio perché conosco il ruolo di questa figura professionale e l’importanza che ha e può avere per promuovere lo sviluppo della società messinese (del capoluogo e della sua provincia), e non solo, essendo questo ruolo fondamentale degli architetti riconosciuto anche a livello nazionale ed europeo.
Sono architetto e ho dedicato la mia vita a formare architetti, molti dei quali provenienti da Messina e provincia. E soprattutto nei confronti dei più giovani, di quelli che ho avuto come studenti negli ultimi anni, posso testimoniare della grande preparazione culturale e professionale di molti di loro, ma purtroppo, allo stesso tempo, sono dolorosamente consapevole delle enormi difficoltà che hanno di fronte, per affermarsi professionalmente a causa delle gravi condizioni di recessione economica che attanagliano ormai da decenni la nostra città. Molti di loro, fra i migliori, sono già andati via e, a conferma di quanto dicevo prima sulle loro capacità, stanno lavorando, con grande soddisfazione, in importanti società e studi professionali a Milano, in Spagna, a Parigi, a Rotterdam ed ovunque siano stati messi in condizione di esprimere le loro capacità e competenze.
Le prossime elezioni del Consiglio dell’Ordine possono e devono essere l’occasione per riflettere su cosa si può e si deve fare per evitare che i giovani architetti continuino ad andare via e costruire per loro, ma anche per l’intera categoria, nuove occasioni di lavoro ed occupazione. Il che significa interrogarsi su cosa si può e si deve fare per rilanciare l’asfittica economia della Città metropolitana, capoluogo e provincia, ed in particolare il settore dell’edilizia e dei lavori pubblici, ormai praticamente azzerato, ma che ha avuto negli anni passati un peso fondamentale nell’economia della città.
Se parliamo infatti di sviluppo economico è evidente il significativo rilevo che hanno temi quali il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, la realizzazione di nuovi quartieri, la valorizzazione del paesaggio, lo spazio pubblico, la mobilità sostenibile e le infrastrutture ad essa legate, la protezione dei cittadini e del territorio dal rischio sismico ed idrogeologico, il risanamento delle aree baraccate, ecc.., e mi fermo qui ma potrei continuare.
Sono tutti aspetti fondamentali che, oltre a promuovere lo sviluppo economico, hanno anche un impatto decisivo sulla qualità della vita dei cittadini. Ma sono anche temi per sviluppare i quali non si può prescindere dalla competenza e dalle capacità progettuali degli architetti; soprattutto in una fase in cui su questi settori si prevede l’arrivo di risorse importanti con il Recovery plan.
E’ un rapporto di reciproca dipendenza che deve mettersi in movimento: da un lato gli architetti con le loro competenze, le loro conoscenze, la loro creatività, la loro capacità di produrre bellezza, possono offrire alla società messinese un contributo determinante per costruire una prospettiva di sviluppo sostenibile, basato sulla tutela del territorio e la costruzione di un ambiente urbano efficiente, bello ed a misura d’uomo. Dall’altro la società messinese, le imprese e le istituzioni pubbliche, devono capire, con più convinzione, che fare ricorso al lavoro degli architetti è un valore aggiunto per le loro iniziative. E le istituzioni pubbliche, inoltre, devono compiere uno sforzo notevole di carattere culturale e normativo, per rimuovere tutti quegli eccessi burocratici e legati alla inefficienza degli apparati, che ostacolano il lavoro dei progettisti architetti e di fatto impediscono oggi il rilancio di tutte le attività legate all’edilizia, al paesaggio, alla tutela del territorio, alla realizzazione delle infrastrutture e dei servizi necessari ad un vivere civile.
E’ possibile? Sono moderatamente ottimista; con particolare riferimento alla città di Messina, negli anni passati qualche passo in questa direzione si è mosso e ho anche personalmente partecipato a numerose iniziative promosse dall’Ordine o sollecitate dalle istituzioni, nelle quali si sono dibattuti e si sono affrontate diverse questioni relative alle politiche di sviluppo, all’urbanistica ed all’edilizia. Tuttavia, negli anni più recenti devo constatare con rammarico, qualche passo indietro in questo senso, colpa anche della tragedia del Covid, ma non solo.
Mi auguro che queste elezioni diano vita ad un Consiglio in grado di lasciarsi alle spalle divisioni e conflitti e lavorare in armonia, in modo da segnare una svolta decisiva per riprendere il dialogo con le istituzioni pubbliche e la società messinese tutta e favorire la nascita di una nuova e positiva stagione per il lavoro degli architetti messinesi. (Giuseppe Fera,architetto)