Il voto finale dell’Ars è previsto martedì prossimo, ma l’impianto complessivo della riforma delle province ha retto gli scossoni delle ultime settimane ed è quasi arrivato al traguardo. E per Messina, dopo la vittoria del si alle Città Metropolitane, grazie ad un emendamento nato in riva allo Stretto su proposta del professor Michele Limosani e sposato dalla deputazione, oggi c’è stato anche il modo per mettere la ciliegina sulla torta e aprire le porte a quel “popolo dello Stretto” che rappresenta il futuro tra le due sponde.
Nell’approvare gli articoli 10 e 11 infatti è stato inserito un emendamento del governo che riguarda proprio l’Area integrata dello Stretto e del quale è stato ispiratore il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, che più volte ha ribadito l’importanza di un rapporto con Reggio Calabria città metropolitana. Nei primi giorni di dicembre peraltro, quando ancora le burrasche di questi giorni all’Ars sulla riforma erano lontanissime, è stato proprio Ardizzone a riunire nella Sala Visconti imprenditori, docenti, ordini professionali, categorie produttive, sindacati, politica, per tracciare quel percorso che ha portato all’istituzione delle tre Città Metropolitane così come immaginate dal professor Limosani, ovvero riprendendo il decreto del ’95.
L’emendamento approvato oggi è di vitale importanza, come più volte sostenuto dallo stesso sindaco Renato Accorinti, che ha sempre parlato di “popolo dello Stretto” e prevede “che la Regione, d’intesa con la Città Metropolitana di Messina, favorisce la stipula di appositi accordi con lo Stato, la Regione Calabria, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, per consentire ai cittadini residenti nell’Area Metropolitana di Messina e nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità. Con Decreto del Presidente della Regione, adottato su proposta dell’Assessore regionale agli enti locali, sono individuate le attività programmatorie e i servizi per i quali si applicano le disposizioni del presente comma”.
Come si comprende bene questo emendamento è la base sulla quale costruire una nuova visione strategica e produttiva dell’Area integrata dello Stretto, rendendo finalmente concreta e viva qualcosa che finora è stata soltanto un’idea o, al massimo, un’emozione.
Non dimentichiamo poi che da questi presupposti deriveranno anche i finanziamenti dell’Unione Europea ed in ogni caso un approccio diverso nell’affrontare qualsiasi tematica, basti pensare, per fare solo un esempio, al settore dei trasporti o delle Università.
Martedì quindi il voto finale, mentre per quel che riguarda le funzioni da trasferire ai Liberi Consorzi ed alle Città Metropolitane tutto è rimandato ad una successiva legge da votare tra sei mesi, quando cioè i singoli Comuni avranno deciso se aderire o meno ( e a quali) Liberi Consorzi e se far parte della Città Metropolitana, nel caso di Messina, Catania e Palermo.
“Oggi si è segnato un notevole passo in avanti, un'ulteriore fase di completamento dell'abolizione delle province avviata un anno fa- ha commentato il presidente Ardizzone- Adesso dobbiamo puntare sulle città metropolitane. La Regione dovrà privarsi delle sue funzioni prima in favore dei Comuni e poi delle città metropolitane. Avremo tutto il tempo per far maturare questo percorso. Saluto dunque positivamente il punto di arrivo di questa legge, una delle prime in Italia".
Soddisfatto anche il presidente Crocetta che ha ribadito come i Liberi Consorzi non sono una fotocopia delle vecchie province, ma qualcosa di diverso: “E’ stata una grande fatica frutto anche di un incessante lavoro di mediazione che ha portato, alla fine, a esitare una legge persino migliore di quello che noi avevamo pensato. Non c'è nessun problema per il personale, semmai vedo che qualcuno ha un innamoramento nei confronti di un ente inutile, di una casta".
Rosaria Brancato