Alla fine, quel 27 settembre 2014, quando alla presenza del segretario regionale Pd Fausto Raciti, fu “scongelato” dopo 6 mesi di ibernazione il segretario provinciale Basilio Ridolfo, in virtù di un accordo fotocopia della sua prima elezione nell’ottobre 2013, avevano ragione i civatiani, con Beppe Grioli in testa, ed i “renziani di città”, ad opporsi a quella che già ad allora appariva un’unità poggiata su vasi di cristallo (vedi articolo allegato).
Civatiani e renziani di città contestarono l’intesa bis tra Rinaldi-Panarello-Laccoto in tutto simile a quella che ad ottobre 2013 aveva portato alla scelta di Ridolfo e salirono sull’aventino, dove per la verità restarono poco perché successivamente anche loro rappresentanti entrarono a far parte del Coordinamento (o Comitato che dir si voglia) costituito nelle settimane seguenti. Al di là delle dichiarazioni di operatività e compattezza, le riunioni del Coordinamento sono sembrate simili alle sedute di psicanalisi di gruppo, come gli ex alcolisti anonimi o affini, dove dopo ore ed ore di discussioni infinite con domande tipo “dove andiamo e da dove veniamo”, ci si lascia sfiniti ma soddisfatti d’aver detto la propria. Mentre un Coordinamento nato solo per scongiurare i Congressi e il tesseramento e “congelare” sine die lo status quo evitando l’opa da parte del gruppo Picciolo, ha sommato riunioni su riunioni senza nessuna concretezza, l’immagine esterna del Pd è quella di un partito paralizzato, in preda ad una crisi d’identità e costanti fibrillazioni. Ma a rompere il fragilissimo equilibrio sono stati due elementi: l’ormai nota conferenza stampa durante la quale l’Area Dem ha annunciato, a nome di tutti i consiglieri Pd, la mozione di sfiducia (scatenando le ire di tutti gli altri) e le amministrative di Milazzo, dove cuperliani e genovesiani sostengono due candidati diversi al punto da portare Filippo Panarello a rimettere in discussione l’intesa che ha portato allo scongelamento di Ridolfo, ritenuto “poco imparziale” in questa campagna elettorale. Il fuoco che covava sotto la cenere è divampato, con richieste a catena di commissariamento del Pd locale e Congressi e comunque un intervento deciso ed immediato di quella segreteria regionale fin qui rimasta a guardare.
Ma anche la “seduta terapeutica” di ieri non è stata decisiva. Il segretario Ridolfo, stanco di essere il “parafulmine” di un’intesa attaccata con la colla e divenuta bersaglio da ogni parte, ha fatto comprendere di essere pronto a tirarsi indietro in modo irrevocabile, senza più alcuna forma di congelamento. Si sono quindi formati due fronti: da un lato i cuperliani, che con Hyerace e Siracusano hanno chiesto nei giorni scorsi il commissariamento e l’avvio della stagione congressuale, insieme ai renziani di città come Alessandro Russo, e a Daniele Zuccarello, che nei giorni scorsi ha annunciato la nascita di un movimento. Propenso a rimettere in discussione l’accordo di settembre 2014 anche il deputato regionale Filippo Panarello che si è chiesto chiaramente se esistano ancora le ragioni di unità che hanno portato a quella decisione. Fermi nella loro posizione e orientati verso una Conferenza programmatica infinita Rinaldi, l’Area Dem e Laccoto, che quell’intesa di settembre ha sostenuto nonostante le perplessità dei renziani storici. Stessa posizione orientata verso la predisposizione di un documento programmatico per i civatiani. Non sono mancate per la verità le posizioni di dissenso, dovute ad una situazione di stallo, come quella di Paolo David. Il mondo fuori corre e gli unici a volerlo fermare sono i componenti di un Coordinamento affollatissimo.
Visto il fallimento del Coordinamento, sostengono cuperliani, renziani e dissidenti, invece di perdere altro tempo rimettiamo tutto in mano a Fausto Raciti e procediamo a grandi passi verso commissariamento e Congresso, riavviamo quella macchina bloccata dall’estate del 2013. “Nel frattempo-fanno notare Alessandro Russo e Daniele Zuccarello– è cambiato tutto, ci sono state elezioni, inchieste, scontri e noi siamo ancora fermi a due anni fa”.
Stretto tra due posizioni diverse Basilio Ridolfo (probabilmente anche stanco di un continuo tiro alla fune che ha caratterizzato la sua segreteria dall’ottobre 2013) ha replicato di voler riflettere sul da farsi, se cioè seguire la strada, tanto cara ai genovesiani, della Conferenza programmatica (“rilanciamo la politica a Messina” ha proposto Rinaldi) o quella proposta dai più giovani del partito, ovvero smetterla con i tatticismi. Ne sapremo di più nelle prossime ore.
Daniele Zuccarello, Alessandro Russo, Armando Hyerace e Giuppi Siracusano, che hanno pressato per un intervento della segreteria regionale attenderanno la decisione di Ridolfo in tempi brevi, poi, se si dovesse ancora tentennare su tesseramenti e congressi, non esiteranno a chiedere il commissariamento o le dimissioni del segretario provinciale. Dopo quasi due anni dalle dimissioni di Beppe Grioli dalla segreteria cittadina e da una campagna elettorale al veleno, la stagione dei silenzi e dei rinvii potrebbe avviarsi alla fine. Il Pd dello Stretto continua ad essere ostaggio di fatti e logiche che nulla hanno a che vedere con le difficoltà quotidiane e le speranze degli elettori Pd messinesi ma gli scontri tra le varie anime sono arrivati al punto di non ritorno.
Rosaria Brancato