Con l’arrivo della primavera e il sensibile riscaldamento delle terre nord-africane sulle nostre coste potrebbe tornare in azione, in particolari condizioni atmosferiche, il fenomeno della “nebbia di mare”, noto più comunemente con il termine “lupa”. Proprio in queste ore sui mari che circondano lo Stretto di Messina, specialmente sullo Ionio, le cui acque superficiali ancora particolarmente fredde agevolano ulteriormente il processo di condensazione.
Difatti, l’aria molto umida spinta dai deboli venti di ostro e scirocco, che soffiano fra lo Ionio e lo Stretto di Messina, scorrendo le ancora fredde acque del mare tende a condensarsi, creando le prime dense foschie e i primi banchi di nebbia isolati in mare aperto. In queste situazioni può capitare che sotto l’azione del vento, molto debole, alcuni di questi banchi di nebbia possono spingersi fin sui litorali.
Proprio in questo periodo dell’anno, i venti di scirocco, ostro e libeccio che risalgono dall’entroterra nord-africano, cominciano a trasportare aria molto più calda che è costretta ad attraversare il Mediterraneo, il quale si mostra ancora piuttosto freddo dopo la lunga stagione invernale, raggiungendo le temperature più basse dell’anno, con cifre anche inferiori ai +15°C +14°C. Lungo le coste nord-africane, tra Egitto, Libia, Tunisia e Algeria, i venti si presentano piuttosto secchi, polverosi e poveri di umidità.
Dopo aver attraversato il basso Mediterraneo, già sopra Malta o in prossimità della Sicilia, tra il Canale di Sicilia e il basso Ionio, le calde correnti africane, provenienti da Sud, tendono ad umidificarsi notevolmente, fino al punto da trasformarsi in venti umidi e carichi di vapore acqueo.
L’umidità raccolta e contenuta in seno al flusso caldo, di matrice sub-tropicale (tipica situazione da avvezione calda sul Mediterraneo), scorrendo sopra la più fredda superficie marina, man mano che sale verso nord, tende a rapidamente raffreddarsi, favorendo così la condensazione del vapore acqueo, con la conseguente formazione dei banchi di nebbia in mare, che altro non sono che estesi strati sottili che mantengono la base a pochi metri dalla superficie del mare.
Tecnicamente si tratta di nebbia da evaporazione, determinata dallo scorrimento di masse d’aria calde su una superficie marina molto più fredda. In questo caso il vapore acqueo, per evaporazione appunto, entra nell’atmosfera e si satura condensandosi in strati di nubi bianche alte non più di 100-200 metri che dal mare si spingono fino alla fascia costiera.
Generalmente questo tipo di “nebbia di mare”, caratteristica per i mesi di aprile e maggio, può determinare enormi difficoltà alla navigazione marittima fra le due sponde dello Stretto, date le forti riduzioni di visibilità apportate dal fenomeno. In questo momento la presenza di una debole ventilazione da Sud e S-SE, forza 3-4 sulla scala Beaufort, dovrebbe ostacolare un totale sviluppo del fenomeno, che si limiterà a tramutarsi in nubi molto basse, con base a poco meno di 100 metri dal livello del mare, pronte a scorrere a quote molto basse, lungo il litorale cittadino.