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Aria più calda sul mare freddo, la situazione ideale per rivedere la “lupa”

Con l’arrivo delle prime masse d’aria calde, di matrice sub-tropicale continentale, dall’entroterra africano potrebbe favorire le condizioni ideali per la formazione dell’affascinante quanto temuto (soprattutto per i marinai) fenomeno della “lupa”. La tipica “nebbia di mare” che proprio in questo periodo dell’anno si sviluppa lungo lo Stretto di Messina e i mari limitrofi, fra Ionio e Tirreno.

Il periodo migliore per la sua formazione

Tra il mese di aprile e maggio, mentre i deserti dell’Africa settentrionale vengono arroventati dall’intenso soleggiamento diurno, praticamente ininterrotto, le acque del Mediterraneo si presentano ancora piuttosto fredde, dopo aver rilasciato tutto il calore accumulato durante la precedente stagione estiva in atmosfera. In questo contesto le masse d’aria molto calde provenienti dalla regione sahariana, prima di raggiungere le coste della Sicilia e della Calabria, sono costrette a scorrere sopra le ancora fredde acque superficiali dello Ionio e del Tirreno. L’umidità contenuta in seno a questi flussi caldi dai quadranti meridionali, a contatto con le ancora fredde acque del mare, tende rapidamente a condensarsi in banchi di nebbia (si tratta in realtà di nubi stratificate con base prossima al mare) sospinti fin verso le coste dai venti dominanti.

Cos’è la lupa?

Tecnicamente si tratta di nebbia da evaporazione, determinata dallo scorrimento di masse d’aria calde su una superficie marina molto più fredda (strato fresco pellicolare). In questo caso il vapore acqueo, per evaporazione appunto, entra nell’atmosfera e si satura condensandosi. Per questo motivo la lupa è tipica della stagione primaverile. Sul messinese solitamente il fenomeno o della “lupa” si accompagna sempre ad un debole ma umidissimo flusso sciroccale nei bassi strati che a contatto con le fredde acque del mare si raffredda sensibilmente, favorendo il processo di condensazione dell’umidità in strati di nubi bianche alte non più di 100-200 metri.

Perché la lupa è sinonimo di bel tempo

Questi fenomeni avvengono quasi esclusivamente in contesti anticiclonici, e pertanto sono sinonimo di stabilità e bel tempo nonostante le drastiche riduzioni di visibilità possono far pensare l’esatto contrario. Nelle prossime settimane, dopo il passaggio del fronte freddo di Pasqua, con il progressivo afflusso di aria sempre più calda in quota, sopra le ancora fredde acque superficiali dei nostri mari, lungo le zone marittime della costa ionica e dello Stretto di Messina potrebbero verificarsi le condizioni ideali per locali nebbie o dense foschie, tali da ridurre moltissimo la visibilità.

Soprattutto al primo mattino e durante le ore notturne, quando generalmente si raggiungono i tassi di umidità relativa più alti. Bisogna ricordare che stabilire con che intensità si potrà manifestare il fenomeno, e soprattutto dove esso si localizzerà, è praticamente impossibile per via delle tantissime variabili in gioco (venti di superficie, umidità relativa, correnti di marea e cambiamenti delle temperature delle acque superficiali). Tutto ciò dipenderà dall’umidità che i flussi di aria calda sub-tropicale (originariamente molto secchi sulle coste africane) riusciranno a raccogliere durante il loro ingresso sul Mediterraneo. Se l’umidità supererà la soglia dell’80% le probabilità di vedere foschie o banchi di nebbia diverranno elevate, soprattutto sullo Ionio, che rimane particolarmente freddo.