MESSINA- Ha deciso una sola sospensione la giudice Arianna Raffa nell’ambito dell’inchiesta sfociata nell’arresto di Maurizio Croce. La giudice che ha firmato i provvedimenti cautelari ha disposto la sospensione di Rossella Venuto, collaboratrice di Croce alla struttura commissariale. Niente sospensione dalle funzioni invece per Antonio Cortese.
Il funzionario del dipartimento Protezione Civile di Messina, difeso dall’avvocato Piero Pollicino, è nel frattempo andato in pensione. Entrambi non avevano risposto all’interrogatorio di garanzia. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere praticamente tutti gli indagati, ad eccezione del “grande accusatore”, il sindaco di Maletto e imprenditore Giuseppe Capizzi.
Intanto in consiglio comunale sono diventate effettive le dimissioni di Maurizio Croce, che nel frattempo è stato anche sospeso dall’ufficio commissariale regionale. Vediamo se al passaggio davanti al Tribunale del Riesame questa circostanza cambierà qualcosa, sul piano cautelare. Il manager pubblico è accusato di aver approfittato della “messa a disposizione” di Capizzi, vincitore dell’appalto per il rifacimento del torrente Bisconte-Catarratti, “incassando” vari favori e regalìe, per sé e per gli amici. Anzi, per i “fratelli”, come lui stesso avrebbe definito l’ex direttore dell’Arpa Francesco Vazzana, anche lui ai domiciliari, che avrebbe ricevuto in dono da Capizzi un Rolex di secondo polso del valore di oltre 20 mila euro.
“Fratello” era anche definito, nelle chat intercettate dalla Guardia di Finanza, anche Cucchiara, responsabile della sicurezza del Verdura resort di Rocco Forte Hotel. Alla struttura ricettiva internazionale di Sciacca, Croce ha dirottato Capizzi quando il “fratello” ha presentato alla struttura commissariale i problemi di stabilità del resort. Qui era franata una parte del campo da golf “costruita sulla falesia”, dicono gli interlocutori nelle conversazioni intercettate. Fratello si auto definiva e veniva definito lo stesso Capizzi, negli sms intercettati, dopo essere entrato, come spiega lui agli investigatori, nelle “grazie” di Croce.
I riscontri alle dichiarazioni di Capizzi sono, secondo la Procura di Messina, nelle conversazioni intercettate dalle cimici dei finanzieri, che hanno ascoltato a lungo i dialoghi del Commissario per il dissesto anche all’interno dell’ufficio della struttura regionale. Una parte di quelle conversazioni, così come le dichiarazioni di Capizzi, sono ancora coperte da segreto, velate da ampi omissis. Si profilano ulteriori futuri sviluppi dell’inchiesta?