Sentir bussare violentemente alla porta di casa, alle 2 di notte, è di per sé traumatico.
Se a compiere l’atto, poi, si scopre esser la stessa persona che da mesi minaccia e molesta tutta la tua famiglia, ecco che chiamare ansiosamente il 112 diventa un’azione dovuta.
E’ accaduto la scorsa notte a Taormina, in un piccolo vicolo del centro. Protagonisti della vicenda, tutti cittadini srilankesi (due coniugi, la figlia, e lo stalker).
“Per favore intervenite subito”. A far partire la telefonata il marito di 40 anni che, dopo aver sentito i rumori alla porta, ha deciso di allertare immediatamente la Sala Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Taormina.
Non appena sono giunti sul posto, gli agenti si sono trovati di fronte un uomo 48enne che, nonostante la loro presenza, continuava imperterrito a colpire con calci e pugni il portone, minacciando di morte l’intera famiglia.
Per lui, le manette sono scattate all’istante con l’accusa di stalking.
La storia infatti andava avanti da diverso tempo. Fino a qualche mese fa, i quattro connazionali srilankesi vivevano in armonia sotto lo stesso tetto.
Una lite improvvisa (ancora non si conoscono i reali motivi) aveva però distrutto quella convivenza dando origine a minacce, violenze verbali, pedinamenti ed aggressioni.
La famiglia aveva più volte denunciato il 48enne, sottolineando come quei suoi atteggiamenti aggressivi e reiterati avessero provocato in loro stati di ansia e cambi di abitudini.
Insomma, comportamenti che ricadevano in pieno diritto nel reato di stalking.
La scorsa notte, dunque, i Carabinieri non hanno avuto nessuna perplessità nel catalogare lo srilankese come stalker e ammanettarlo per “atti persecutori”. Adesso l’uomo si trova ai domiciliari.
Quello dello stalking si rivela così esser un reato che non riguarda solo il genere femminile. Quello dell’arresto dello srilankese si rivela, invece, esser l’ennesima vittoria per chi ha combattuto affinchè lo stalking stesso divenisse un reato.
Twitter @VCrocitti