Appena qualche giorno fa il vostro giornale informava che in seno alla competente commissione si cominciava a discutere la proposta di riforma del sistema elettorale per i Sindaci in Sicilia e, nonostante il caldo d'agosto, con tempi "europei" l'assemblea regionale sembra abbia già portato a casa il risultato.
In Sicilia nascerà quindi la "grosse koalition" e sono pronte le prove generali per il partito della nazione. Terrorizzati dalla possibilità sempre più concreta che il Movimento 5 stelle o altre esperienze lontane dai partiti tradizionali possano intercettare in maniera significativa il voto dei siciliani, alla velocità della luce sono pronti ad approvare una legge che mette in discussione un sistema che ha in ogni caso garantito il rispetto della volontà popolare e dato forza ed autorevolezza ai sindaci dei comuni. Una politica che non riesce ad affrontare con risposte convincenti le necessità del territorio, che sa di non essere più credibile dopo decenni di promesse, ha ritenuto di trovare nei giochini dei numeri la soluzione per conservare i propri privilegi. Concorrono a questi risultati quasi tutti, fingendo anche di litigare, ma infine convinti che il potere si costruisce a tavolino, nel chiuso di stanze dove non si avverte neanche lontanamente l'onda del cambiamento che in un modo o nell'altro continua ad avanzare. Stravolgere il senso della legge sui Sindaci per impedire che un movimento possa vincere le elezioni e' un'azione arrogante certamente ma anche miope e potrebbe tradursi in un clamoroso autogol, l'Italicum lo sta dimostrando molto bene. In un momento in cui la partecipazione al voto cala vertiginosamente, abbassare al 40 per cento la soglia del ballottaggio e' veramente paradossale. Nei fatti si prova comunque ad eliminare un passaggio, il ballottaggio, che invece dovrebbe essere ancor più valorizzato, rappresentando la massima espressione di partecipazione democratica mettendo, in un momento unico, di fronte ai cittadini/elettori volti e storie libere dal condizionamento e dai trascinamento di liste e comitati d'affari che invece torneranno adesso in auge, con la formazione di cartelli e coalizioni.
Una legge che indica nell'inciucio, nel proliferare di liste civetta, nell'accordo delle segreterie, nella spartizione a tavolino i percorsi da seguire, strade che si ritenevano abbondantemente superate ma che (vogliamo essere fiduciosi) i cittadini troveranno comunque il modo di respingere al mittente.
Elio Conti Nibali