E’ un esempio del degrado messinese quello che si presenta osservando la “Fontana di Gennaro” ubicata nel piccolo spiazzo che separa Corso Cavour da via XXIV Maggio. Ha le fattezze di una scultura seicentesca ed è letteralmente assediata da erbacce e sterpaglie incolte.
Uno spettacolo che non rende giustizia al retaggio culturale della nostra città dimostrando noncuranza e menefreghismo verso uno dei suoi ultimi baluardi e sconcertando turisti e croceristi che affollano la centralissima zona, teatro della vergognosa incuria.
La statua o meglio, le condizioni di incuria in cui sembra essere stata dimenticata mostrano ben scarso rispetto nei confronti delle risorse artistico – culturali cittadine ma soprattutto una imperdonabile mancanza di consapevolezza degli sforzi compiuti per preservarle.
E infatti, la “Fontana di Gennaro” è una delle poche opere superstiti a seguito del devastante terremoto del 1908 che rase al suolo la città. Il complesso scultoreo, che ritrae il giovane Acquario seduto su un globo che rappresenta il mondo o forse la sfera celeste e circondato dalla fascia dello Zodiaco, subì pesanti mutilazioni a causa del sisma che imposero la sua rimozione. Solo un restauro conclusosi nel 1932 permise di restituirlo alla città, collocandolo nel luogo in cui si trova attualmente.
La vicenda del monumento, conosciuto anche con il nome di “Fontana dell’Acquario” proprio per via del giovane che vi è raffigurato, lancia l’ennesimo messaggio ai cittadini, chiamati per primi a contribuire alla valorizzazione del loro territorio.