La riunione di martedì prossimo a Roma, convocata per discutere dell’Accordo di programma quadro sulle opere compensative al Ponte sullo Stretto, continua a suscitare reazioni “istituzionali”. Stranamente silenti i no-pontisti, a far sentire la loro voce sono, infatti, soprattutto i rappresentanti politici locali, che rivendicano un ruolo da protagonisti . Il primo ad intervenire è stato il sindaco Giuseppe Buzzanca, il quale, in maniera piuttosto singolare e cioè attraverso un fax inviato all’amministratore delegato della “Stretto” Pietro Ciucci, ha elencato le opere prioritarie per la città, sulle quali non accetta “tagli” ( doppia canna Giostra-Annunziata; la copertura del torrente Annunziata; il collegamento Annunziata-Guardia; l’interramento della “cortina di ferro”, dei binari del cosiddetto waterfront; mantenimento dell’Officina Grandi riparazioni di Rfi). L’iniziativa del primo cittadino, che ha immediatamente incassato le critiche ironiche ma mirate del partito democratico (vedi articolo correlato) non ha convinto del tutto neanche i componenti della Commissione comunale “Ponte – Piano Strategico” – presieduta da Nicola Barbalace – che chiedono chiarezza e trasparenza ed invitano Buzzanca «a spendersi al fine di ottenere un rinvio della riunione ad altra data per consentire sia all’Amministrazione che al Consiglio Comunale l’approfondimento della bozza di Accordo proposta dalla Stretto di Messina Spa».
Una presa di posizione da parte dei consiglieri comunali che ha uno scopo ben preciso: «tale rinvio – si legge in un comunicato – non ha l’obiettivo di frenare la stipula dell’APQ, ma quello di condividere con il Civico Consesso la stipula di un atto che deve garantire l’effettiva realizzazione di quelle Opere che la Città ha chiesto e che aspetta. Pertanto – continua il documento- si invita, inoltre, il primo Cittadino a trasmettere celermente all’Organo Consiliare detta bozza ed a relazionare sulla stessa al fine di condividere le decisioni definitive su argomenti vitali per l’intera collettività messinese, atteso che ad oggi non è dato sapere quali attività abbiano posto in essere concretamente le varie Istituzioni coinvolte(RFI, ANAS, Ministeri ecc..) rispetto alla precedente deliberazione consiliare sia in termini di impegni finanziari che in termini di tempi di realizzazione. Con l’occasione – concludono i consiglieri comunali si auspica che d’ora in avanti le varie Istituzioni coinvolte, quindi non solo il Contraente Generale, assolvano concretamente ai propri oneri con impegni seri e non promesse vane».
Se a Palazzo Zanca hanno deciso di non stare guardare e rivendicare un ruolo attivo, non meno dura è la presa di posizione di alcuni consiglieri che siedono negli scranni dell’altro ente locale direttamente interessato alla realizzazione del Ponte e delle opere connesse, la Provincia regionale.
Ieri mattina, durante i lavori della “Commissione Ponte “ di Palazzo dei Leoni, presieduta dal vice presidente Nino Previti, il capogruppo del PD Pippo Rao, ha dichiarato la propria autosospensione dalla Commissione per protestare «nei confronti della Presidenza della Provincia, ma anche verso la Società “Ponte sullo stretto” ed il governo nazionale, che insieme al Comune di Messina, hanno da sempre fatto si che la Commissione speciale sul Ponte della Provincia non avesse gli strumenti e la possibilità di svolgere il proprio ruolo rispetto all’esigenza di approfondire, analizzare, studiare i lavori tecnici ed amministrativi sul Ponte di Messina, oltre che le ricadute sul territorio».
«La Commissione – scrive Rao – avrebbe dovuto avere la funzione di mezzo di interlocuzione tra il territorio, le comunità e le istituzioni interessate ai lavori per il ponte. Ma tutto ciò non è mai avvenuto, preferendo che le scelte e le decisioni, avvenissero ed avvengano all’interno di stanze chiuse, nelle quali per i “soliti noti” è sicuramente più facile pianificare interessi di vario genere lasciando fuori chi invece ha il mandato democratico ad esercitare ruolo di controllo oltre che di rappresentanza istituzionale degli interessi delle comunità messinesi. Tutto ciò – continua il capogruppo del Pd – assume un valenza ancor più importante alla vigilia del fondamentale incontro per l’eventuale accordo di programma quadro sulle opere compensative a cui parteciperà la Provincia di Messina che non si capisce bene quale ruolo voglia giocare sulla vicenda “ponte”, oltre a quello di essere colonia politica asservita agli interessi dei maggiorenti del centro destra nazionale. Il Presidente Ricevuto – conclude l’espinete del partito democratico – non ha mai interloquito con i Consiglieri Provinciali e con i lavori che tentava di mettere in essere la commissione speciale. Mai alcuna documentazione fatta pervenire. Mai ascoltate o valutate le proposte della Commissione, così come il non ritenerla interlocutrice istituzionale»
L’ autosospensione del capogruppo Rao non è stato un caso isolato, alla sua iniziativa hanno aderito anche il collega di partito Giacinto Barbera; Maurizio Palermo di IDV; e Franco Andaloro del PRC. Altri componenti della Commissione si sono riservati di esprimere la propria valutazione dopo la convocazione del Presidente Ricevuto, prevista per lunedì 5 settembre, data in cui è stata aggiornata la Commissione.
Dal Palazzo Zanca a Palazzo dei Leoni, dunque, il malcontento dilaga per l’assenza di interlocuzione istituzionale ed operativa. (Danila La Torre)