Politica

Articolo Uno: “Messina Servizi e Social City, molte ombre dietro le luci”

“La narrazione delle gesta eclatanti dell’Amministrazione comunale continua inesorabile sui social e sulla stampa. Ma dietro le riconferme dei Consigli di Amministrazione delle partecipate e la proclamazione di risultati clamorosi c’è la triste verità di una città in declino”.

Lo dice Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo Uno.

“Vengono in questi giorni esaltati i risultati della raccolta differenziata e del porta a porta raggiunti in questi anni, autocertificati dalla Messina Servizi Bene Comune (attendiamo quelli ufficiali degli enti preposti che in più occasioni hanno ridimensionato i toni trionfalistici di Msbc). Nessuno discute che i numeri siano significativi ma andrebbe valutato a che prezzo sono stati raggiunti e con quale obiettivo. Le condizioni delle strade cittadine, in pieno centro e nella più decentrata periferia, sono chiare a tutti. Tutto il personale di Msbc, anche le decine di precari i cui contratti sono stati prorogati di sei mesi, è stato dirottato sul porta a porta mentre i servizi di spazzamento, scerbatura e pulizia non vengono sostanzialmente erogati se non con qualche raro intervento, affidato a soggetti esterni. L’azienda nasce per la gestione del ciclo di raccolta dei rifiuti ma anche per tenere pulita la città. Sarebbe stato meglio essere qualche posizione indietro nella classifica della differenziata e magari avere dei marciapiedi e delle piazze fruibili. Ma a De Luca non interessa avere una città più vivibile e più funzionale ma vantare il risultato politico del porta a porta. Ma è inutile puntare su un aspetto se altri, ugualmente importanti, sono completamente carenti. La città primeggerà rispetto ad altre ma è sporca e poco accogliente, sicuramente peggio che negli anni precedenti”.

“Presentata come il superamento del “sistema delle cooperative” e come elemento di risparmio per le casse comunali, l’operazione Messina Social City sta anch’essa disvelando la sua vera natura. Sulle questioni relative alla riduzione delle spese, con la Corte dei Conti, attendiamo da De Luca numeri che evidenzino una reale contrazione dei costi, di cui ad oggi non c’è certezza. La gestione mista pubblico-privato in tante parti del Paese rappresenta una risorsa in cui il Comune da gli indirizzi e il mondo della Cooperazione mette in opera politiche, dentro un approccio di collaborazione e cogestione. Di per sé non ha senso quindi stigmatizzarlo se non quando si è di fronte a elementi distorsivi in termini di esecuzione dei servizi o di tutela dei diritti di utenti e lavoratori. Al di là della scelta della gestione in house, su cui rimangono dubbi per tempi e modalità, quindi bisogna quindi valutare qual è l’orizzonte delle politiche sociali e la qualità ed efficacia dei servizi resi. Messina Social City ha di fatto confermato i servizi esistenti con in aggiunta le risorse e gli strumenti legati alla pandemia. Nessuna innovazione significativa rispetto a bisogni sociali emergenti ma soprattutto nessuna chiarezza sul senso di azioni organiche, rischiando di vanificare così le opportunità di tante risorse che stanno arrivando ai comuni sui cui si potrebbero costruire ulteriori risposte. Non basta erogare servizi ma bisognerebbe attuare politiche. È del tutto evidente che prevalga una logica assistenziale che non mira assolutamente a creare le condizioni per il riscatto e l’autodeterminazione dei soggetti vulnerabili ma che tende a governare l’esistente e rafforzare relazioni di aiuto (pensiamo ad Estate Addosso o agli ultimi tirocini legati allo sbaraccamento) con l’unico obiettivo di creare facile consenso”.

“Occorre promuovere la qualità della vita in città e strutturare servizi sociali affrontando questioni di fondo invece che porsi il risultato politico immediato. Non ci serve l’uomo solo al comando che tende a massimizzare i risultati nel breve ma una guida politico-amministrativa che immagini un orizzonte per Messina con serietà e rigore. Per questo bisogna archiviare rapidamente l’esperienza di De Luca e costruire una alternativa di governo concreta”.