Artigiani senza contributi in Sicilia. Gli ultimi, spiegano le associazioni di categoria, sono stati assegnati nel 2021 per le richieste del 2020. Eppure alla fine del 2021 la Crias ha riaperto i bandi a nuove richieste di contributi e finanziamenti agevolati.
Il nodo sembra essere la fusione tra gli enti come la Crias, accorpati e trasformati in IRCA. Che dopo il nuovo cda, a febbraio scorso ha varato lo statuto. Ma le attività non sembrano sbloccarsi. A ben guardare, però, il problema potrebbe essere un altro, legato alla “finanza creativa” siciliana. Perché a bocca asciutta è rimasto anche il settore wedding ed eventi, che si è sentito rispondere: “I fondi sono stati spostati all’ex Crias”. Ma gli artigiani non li hanno ancora visti.
Sono molti gli artigiani nel messinese, già provati della pandemia, che guardano a questi fondi per rimettersi in carreggiata, tanti quelli che hanno già affrontato le prime spese, contando sul ristoro promesso dalla Regione.
Ma la situazione è identica per gli operatori di tutte le altre aree dell’isola. “I quesiti che ci si pone sull’operato della Crias sono numerosi. Troppi, tanti i ritardi. E allora ci si chiede perché aprire altri bandi se ci sono ancora Imprese che attendono erogazioni di prestiti dal 2021?”, si chiede Alessandro Allegra, segretario di Confartigianato Imprese Catania. “I problemi della Crias non provengono dal suo organico, che efficientemente opera. La verità è che l’ente si trova in una fase di stallo dalla quale ha pensato di uscirne non smaltendo le lavorazioni pregresse, bensì aprendo a nuovi bandi. Ma quale sarebbe il senso? In fase di erogazione risultano ancora prestiti accordati nel 2021, il che si traduce in Imprese che ancora attendono una risposta”.
Per Allegra è il momento delle responsabilità, perché il nodo non è operativo, ma politico, ed è giunto il momento che la politica esca allo scoperto, perché è sulle spalle dei piccoli operatori economici che sta scaricando il problema. Insomma, non è un problema di ritardi dovuti alle procedure dettate dalle fusioni, non è un problema di mancanza di fondi. Ma di gestione complessiva. Perché non è episodico che la Regione utilizzi fondi “avanzati” nelle pieghe di bilancio ascrivendole alla disponibilità di ora uno, ora un altro ente. Ma di fatto nessuno riesce ad utilizzarli.
Alla fine dell’aprile scorso la deputata messinese del M5S Valentina Zafarana ha denunciato che le imprese del settore wedding ed eventi erano rimasti al verde, malgrado i ristori promessi per i cali dovuti al lockdown: “La Regione dopo aver incamerato questi fondi, avrebbe dovuto predisporre un bando, tramite gli assessorati retti da Turano e Messina, Purtroppo però tale bando non ha mai visto la luce perché i fondi sono stati trasferiti alla CRIAS”.