C’è l’ufficialità: Paolo La Paglia non è più direttore generale dell’Asp 5 e il suo contratto con la Regione è risolto. Il decreto del Governatore Musumeci porta il timbro del 28 aprile e attende il passaggio sulla Gazzetta regionale.
Non ci sono più margini di contrattazione quindi, e le speranze di La Paglia di rientrare a Palazzo Geraci, malgrado il procedimento disciplinare, si sono infrante. Il segnale era arrivato al voto in aula all’Ars, quando la sua decadenza era stata votata soltanto dal deputato di Diventerà Bellissima Pino Galluzzo ma gli altri componenti della Commissione si sono astenuti, di fatto “mollandolo” e rimettendo la decisione nelle mani di Musumeci.
Il Governatore ieri ha rotto gli indugi e decretato la decadenza, motivandola con tutte le contestazioni emerse durante le ispezioni, e in particolare con la violazione del contratto da parte di La Paglia, che si è rifiutato di firmare l’atto aggiuntivo al suo contratto, quello relativo all’assunzione di responsabilità per l’emergenza Covid. Un “unicum nel sistema sanitario regionale”, scrive il Decreto, poiché tutti gli altri direttori generali hanno siglato l’atto aggiuntivo di gennaio 2021.
Sotto il profilo politico, quindi, la partita La Paglia è chiusa e ora si apre quella per la nomina del suo successore. I rumors danno almeno 2 papabili ancora in gioco, oltre alla possibile conferma di Bernardo Alagna, ma ancora non ci sono indicazioni ufficiali.
Sotto il profilo giudiziario, invece, quella dell’Asp 5 è una partita ancora tutta da giocare: la Guardia di Finanza è tornata a più riprese a Palazzo Geraci, sotto la spinta degli esposti dei tanti dirigenti in guerra tra loro e per verificare le anomalie di gestione della pandemia da coronavirus, non tutte ascrivibili al solo La Paglia.