Questa volta non sarà una corsa all’ultimo secondo ma bisognerà comunque fare presto. I messinesi devono mettersi l’anima in pace e prepararsi alla Iuc, la nuova tassa che comprende casa, rifiuti e servizi indivisibili. L’amministrazione ha già varato regolamento e tariffe, il Consiglio avrebbe dovuta approvarla e dunque introdurla entro il 31 luglio, è però slittato a settembre il termine per l’approvazione del bilancio di previsione 2014 e di conseguenza anche quello della Iuc. Ci sarà più tempo per esaminare tutti i passaggi del nuovo tributo, qualche consigliere è a lavoro da giorni, si prevede una pioggia di emendamenti, ad esempio Claudio Cardile ne ha già annunciati 15, a Palazzo Zanca il dibattito si fa sempre più animato. Ieri commissione Bilancio tutta dedicata alla Iuc, ospiti d’onore l’assessore al Bilancio Guido Signorino e il dirigente ai Tributi Romolo Dell’Acqua. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla Tasi, cioè il tributo che riguarda i servizi indivisibili, e sull’Imu, poiché le due sono strettamente collegate tra loro.
Al di là della definizione delle aliquote introdotte per la classificazione delle varie unità immobiliari che saranno sottoposte al tributo, l’assessore Signorino ha voluto innanzitutto spiegare la direzione verso cui l’amministrazione vuole indirizzare le entrate di questa tassa. Perché se la Tari andrà a coprire il costo totale della gestione dei rifiuti, con la Tasi l’amministrazione Accorinti ha in mente una serie di campi di intervento. Secondo le previsioni la Tasi dovrebbe portare in cassa quasi 9 milioni di euro, Signorino ha spiegato in che modo verranno spesi: 600 mila euro in manutenzione strade e illuminazione delegate alle circoscrizioni e altri 2,5 milioni gestiti direttamente dal Comune nello stesso settore; 500 mila euro in verde pubblico, cancellato dal nuovo piano finanziario dei rifiuti; 2 milioni per servizi socio assistenziali a domanda non individuale, qui potrebbe ad esempio rientrare la Casa di Vincenzo che ad oggi non ha copertura economica per andare avanti; 1 milione per potenziare il sistema di informatizzazione; 400 mila euro per la protezione randagismo; 1 milione per illuminazione pubblica; 150 mila euro per manutenzione delle griglie di scolo, quindi dei tombini; 100 mila per rimozione dei rifiuti speciali, anche in questo caso rimossi dal costo rifiuti; 250 mila per sicurezza pubblica e vigilanza urbana. In buona sostanza l’amministrazione ha deciso di destinare i ricavi della Tasi per finanziare settori che altrimenti non avrebbero alcuna risorsa a disposizione, non mancano però i dubbi sulla correttezza di una interpretazione così vasta di “servizi indivisibili” e sul fatto che certe scelte sono apparse troppo politicamente orientate. A sollevare perplessità la consigliera Daniela Faranda, a chiedere chiarimenti ulteriori soprattutto Giuseppe Santalco e Claudio Cardile che si sono soffermati anche su aliquote, detrazioni, esenzioni, soprattutto alla luce del fatto che in realtà i servizi in città sono sempre più scadenti. Per Signorino però questo non può essere un alibi. “Se non destiniamo risorse ai vari settori i problemi non si risolvono. Non facendo pagare i cittadini perché un servizio non funziona non risolviamo nulla, non basta non far pagare la gente per tappare le buche o avere la pubblica illuminazione. Stiamo provando a costruire una gestione efficiente” ha spiegato l’assessore al Bilancio.
Andando nel dettaglio delle aliquote Tasi previste per le unità immobiliari duro affondo di Santalco, secondo il quale si vanno a penalizzare soprattutto le classi medie e produttive. Poiché, infatti, non saranno soggetti a Tasi gli immobili già sottoposti a Imu, diversi dall’abitazione principale, sono stati sollevati alcuni interrogativi sulle categorie che andranno a pagare questo tributo. Signorino ha spiegato che il metodo seguito nella ripartizione delle aliquote e nella definizione di detrazioni ed esenzioni è stato quanto più possibile equo e progressivo in base alla capacità contributiva delle varie fasce (in basso il dettaglio delle aliquote).
Alla fine però la seduta si è trasformata in una chiacchierata tra pochi intimi. Tra i banchi solo Santalco, Cardile e Carlo Cantali, a presiedere Nina Lo Presti e sugli scranni Franco Mondello, presidente della commissione Bilancio che però ieri ha deciso di sospendersi dall’incarico. Una decisione che Mondello spiega di aver maturato, per rispetto istituzionale, dopo le recenti vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto proprio sulle questioni economico-finanziarie di Palazzo Zanca. Mondello, in una lettera, spiega di non ritenere più opportuno rivestire un ruolo che lo pone in prima linea in tematiche che riguardano il bilancio comunale, ma che lascia con la convinzione e la serenità di aver operato fino ad oggi solo per il bene della città. Adesso non si sa chi raccoglierà il testimone. Di certo c’è che per la commissione Bilancio saranno mesi di durissimo lavoro.
ALIQUOTE
L’aliquota è pari al 3,3 per mille per le unità immobiliari adibite ad abitazioni principali (categorie catastali A2, A3, A4, A5, A6, A7) e le relative pertinenze intese, esclusivamente, quelle classificate nelle categorie catastali C2, C6 e C7, nella misura massima di una unità pertinenziale per ciascuna delle categorie indicate e per le unità immobiliari assimilate all'abitazione principale.
Restano in ogni caso escluse le abitazioni di categoria A1, A8 e A9 e le relative pertinenze; di riconoscere una detrazione di imposta per gli immobili adibiti ad abitazione principale, escluse le pertinenze limitatamente alle categorie catastali da A2 ad A7, nella seguente misura: relativamente alle unità immobiliari appartenenti alla categoria catastale A5 e per gli immobili la cui rendita catastale è compresa tra 0,00 e 100 euro si applica una detrazione fino a totale concorrenza dell'imposta dovuta; per quelli la cui rendita catastale è compresa tra 100,01 e 200,00 euro si applica una detrazione pari al 50 per cento dell'imposta dovuta; per quelli la cui rendita catastale è compresa tra 200,01 e 250,00 euro si applica una detrazione pari al 30 per cento dell'imposta dovuta; per gli immobili la cui rendita catastale è compresa tra 250,01 e 300,00 euro si applica una detrazione pari al 15 per cento dell'imposta dovuta.
Restano in ogni caso escluse le abitazioni di categoria A1, A8 e A9 con le relative pertinenze e gli immobili che abbiano una rendita catastale pari o superiore a 301,00 euro; l'aliquota dello 0,00 per mille per tutti gli altri immobili e per le aree edificabili.
Francesca Stornante